In Evidenza ENISiriaUSA
ESTERICoronavirusGermaniaLavoro e impresaSanità

Coronavirus, crollo della produzione industriale in Germania: è il peggiore dal 1991. Oltre 400 mila morti nel mondo

08 Giugno 2020 - 23:58 Redazione
Il dato pesantissimo sull'economia tedesca ad aprile, con il peso enorme della crisi per il mercato dell'auto. Cresce a ritmi sostenuti la pandemia in America Latina, con i focolai in Brasile e Perù a preoccupare più di tutti

Sono oltre 7 milioni i contagi di Coronavirus in tutto il mondo. Secondo i dati della John Hopkins University, i casi hanno raggiunto quota 7.007.948, mentre il totale delle vittime è salito a 402.709. Le cifre più alte della pandemia sono negli Stati Uniti, dove i contagi sono vicini ai due milioni (1.941.978) e le vittime 110.513. Segue il Brasile, con il secondo dato più alto nei contagi, 691.758, e la Russia con 467.073. Sotto il profilo dei decessi, è il Regno Unito il secondo Paese più colpito con 40.625, seguito dal Brasile con 36.455 e l’Italia con 33.899 morti.

Usa

EPA/Peter Foley | Operai al lavoro a New York City

La recessione è ufficiale: allarme della banca mondiale e rischio aumento povertà

Gli Stati Uniti di Donald Trump sono ufficialmente in recessione da febbraio al termine di un’espansione record durata 128 mesi. La certificazione di questo stato di cose arriva dal National Bureau of Economic Reserach (Nber), proprio nel giorno dell’allarme crescita lanciato dalla Banca Mondiale che prevede per l’economia mondiale una contrazione del 5,2%, ovvero la maggiore dalla Seconda guerra mondiale. «Resta incertezza e i rischi al ribasso sono predominanti», dice l’istituto di Washington mettendo in guardia sulla possibilità che nel caso in cui le condizioni negative prevalessero la contrazione dell’economia mondiale potrebbe toccare l’8%. «Il Covid-19 potrebbe far sprofondare la maggior parte delle economie in recessione nel 2020, con il reddito pro capite atteso contrarsi nella maggior parte dei paesi per la prima volta dal 1870», aggiunge la Banca Mondiale

Francia: per l’estero solo il 20% prenotazioni agenzie

GAIZKA IROZ / AFP

Impatto da Coronavirus sulle abitudini dei francesi nel modo di fare vacanza. Solo il 20% delle prenotazioni registrate per l’estate nelle agenzie di viaggio francesi riguardano l’estero, contro l’abituale 66%. Si tratta di un fenomeno totalmente attribuibile all’impatto che l’epidemia da Covid ha avuto e sta avendo sulle abitudini dei cittadini. A riferirlo, il presidente di Entreprises du Voyage, Jean-Pierre Mas, durante una conferenza stampa per fare il punto della situazione dopo l’inizio della fase 2 della lotta al Coronavirus, a partire dal 2 giugno scorso. «Siamo molto in ritardo in termini di prenotazioni», ha dettp Mas, aggiungendo: «La settimana scorsa, l’essenziale delle prenotazioni, ovvero l’80%, riguardava la Francia, e 20% l’estero, essenzialmente per la Grecia e la Spagna insulare».

Unione Europea

Il portavoce per gli Affari Interni della Commissione europea Adalbert Jahnz durante un incontro con la stampa ha spiegato che la Commissione sta puntando a ripristinare la libertà di circolazione nell’area Schengen entro la fine di giugno:

«Lavoriamo in modo molto intenso con gli Stati membri e con gli Stati dell’area Schengen per mettere in opera questo approccio. In particolare la commissaria Ylva Johansson ha avuto una discussione su questo con i ministri venerdì scorso e in conferenza stampa ha detto che la situazione sanitaria dovrebbe poter permettere un ritorno al funzionamento integrale dello spazio Schengen di qui a fine giugno »

La presidente della Bce Lagarde: «Il Recovery Fund è decisivo. Bisogna adottarlo velocemente»

La presidente della Bce Christine Lagarde al Parlamento europeo ha spiegato quando il Recovery Fund sarà necessario per il rilancio dell’Unione europea: La proposta della Commissione europea per una revisione del budget pluriennale e il Next Generation Eu sono decisivi. Sarà importante adottare velocemente questo pacchetto perché qualsiasi ritardo rischia di generare effetti negativi e far salire i costi, e quindi le necessità di finanziamento, di questa crisi».

Russia

EPA/YURI KOCHETKOV | Uno scatto di Mosca durante il lockdown

La Russia si prepara a ritornare alla normalità. Domani, 9 giugno, a Mosca inizia la Fase 3, con una serie di aperture che segnano la fine del lockdown. L’annuncio è del sindaco della città Sergheri Sobyanin che sul suo sito personale ha pubblicato un post intitolato Mosca ritorna alla normalità. Il governo russo poi ha allentato le restrizioni sulle frontiere: i cittadini potranno andare all’estero per occuparsi dei parenti, curarsi, lavorare e studiare.

Germania

EPA/Alexander Koerner / POOL

Nel mese di aprile la Germania ha avuto un crollo record della produzione industriale. Prima dell’allentamento delle misure di lockdown, la produzione è scesa del 17,9%, rispetto a marzo. Si tratta del peggiore calo secondo le serie storiche iniziate nel 1991. A trascinare l’indice è il collasso della produzione auto (-74%).

Nuova Zelanda

EPA|WALLACE WOON | La premier neozelandese Jacinda Ardern

A partire da oggi la Nuova Zelanda ha sollevato tutte le misure restrittive per il contenimento della diffusione del Coronavirus. Nonostante restino ancora chiuse le frontiere esterne, la premier Jacinda Ardern ha confessato di aver danzato di gioia nel suo soggiorno quando ha avuto la conferma che l’ultimo paziente positivo era guarito.« Crediamo di aver eliminato la trasmissione del virus in Nuova Zelanda per ora», ha detto durante l’annuncio trasmesso in tv. Il Paese ha registrato in totale 1.154 casi e 22 decessi.

Pakistan

EPA|SHAHZAIB AKBER|Karachi, Pakistan

Ha superato i 100mila il numeri di contagi da Coronavirus in Pakistan. Il bilancio delle vittime è invece di oltre oltre 200mila. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 4.728 nuovi contagi, per un totale di 103.671 dall’inizio della pandemia. I decessi nelle ultime 24 ore sono 65, per un totale di 2.067.

Brasile

EPA/WAGNER MEIER | Una manifestante durante una marcia a favore del presidente brasiliano Jair Bolsonaro

Il dato più alto per contagi e vittime in America Latina continua a essere registrato in Brasile, dove monta la polemica per la decisione del presidente Jair Bolsonaro di non diffondere più la mappa con i dati cumulativi, mostrando solo i nuovi casi e i decessi suddivisi per regioni. Stando quindi ai dati della John Hopkins University, in Brasile i contagi sono cresciuti di 18.912, mentre le vittime di 525, per un totale di 691.758 casi e 36.455 decessi. Secondo Bolsonaro, i dati cumulativi: «non riflettono il momento in cui si trova il Paese». Una spiegazione che non ha evitato le critiche delle autorità sanitarie regionali, che accusano il presidente di voler nascondere il reale impatto della pandemia sulla popolazione.

America Latina

EPA/Paolo Aguilar | Un uomo davanti alle foto dei medici morti durante la pandemia di Coronavirus, davanti al Medical College di Lima, in Peru

Nell’intera America Latina i contagi sono cresciuti di 82.526, portando il totale a 1.320.823. In crescita costante anche il dato dei morti, 1.488 nelle ultime 24 ore, per un totale di 65.585. Oltre al Brasile, la situazione più allarmante è in Perù, dove i contagi continuano a crescere a ritmi sostenuti: nell’ultimo giorno sono stati registrati 4.700 casi, 196.515 in totale, mentre le vittime sono ora 5.465. Preoccupa anche il Cile che ha visto crescere il dato dei contagi di 6.400 nelle ultime 24 ore, per un totale di 134.150, e di 650 vittime, 2.190 in totale.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti