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Altro che didattica a distanza, l’Ocse boccia i prof italiani sulla tecnologia: ne sanno più i loro studenti

18 Giugno 2020 - 15:51 Redazione
Per contenere la pandemia del Coronavirus, i governi hanno chiuso le scuole e optato per la didattica a distanza. Peccato che, almeno in Italia, non siamo ancora del tutto pronti alle lezioni online

I docenti italiani non sono ancora pronti alla didattica a distanza, hanno un ritardo da non sottovalutare sull’uso del mezzo digitale e, dunque, non sarà di certo facile abbandonare, nei prossimi anni, in parte, la didattica tradizionale. A certificarlo è Ocse-Pisa, il programma pubblico internazionale che si occupa di monitorare lo stato dell’arte dell’educazione scolastica nel mondo. Nonostante tutto, gli studenti italiani hanno beneficiato di lezioni a distanza nella media di quelle dei 79 Paesi che sono stati presi in considerazione dalla ricerca pubblicata da Repubblica. I governi, come abbiamo visto, hanno reagito alla pandemia del Coronavirus chiudendo subito le scuole e mettendo al sicuro i ragazzi.

«Servono insegnanti brillanti»

Per Ocse-Pisa la tecnologia offre degli strumenti inediti alla diffusione e all’apprendimento della scienza, con la possibilità per insegnanti e studenti di accedere «a materiali specialistici ben oltre i libri di testo, materiali che ci insegnano non solo la scienza, ma possono simultaneamente osservare il modo in cui studiamo e impariamo la scienza». Per fare tutto questo, però, servono «insegnanti brillanti». Dunque preparati, non mandati allo sbaraglio.

L’Italia al 72° posto per competenze tecnologiche

Questi dati, che si riferiscono all’indagine 2018 su una platea di ragazzi di 15 anni, ci fanno capire che sul digitale siamo ancora indietro. Il nostro Paese si trova al 72° posto (su 79) per le competenze tecnologiche degli insegnanti. La metà dei docenti non ha queste competenze, l’altra metà sì. In Cina, invece, il 92% dei docenti ha competenze digitali da trasmettere agli alunni. In Italia, i dirigenti scolastici ritengono che maestri e professori abbiano «risorse professionali efficaci per imparare ad utilizzare i dispositivi digitali». Lo dice il 75% dei presidi (l’Italia è al 25° posto). In merito al personale tecnico qualificato, l’Italia precipita invece al 60°.

Mentre i docenti risultano essere in ritardo con la tecnologia, gli studenti possiedono, quasi tutti, un pc (90%) e hanno una connessione a internet (quasi il 100%), secondo l’analisi fatta in questi giorni con dati, però, di due anni fa.

Foto in copertina di Matteo Corner per Ansa

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