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Il nuovo sindaco di Lione: «La Tav con Torino è inutile e sbagliata: quel progetto va fermato»

01 Luglio 2020 - 10:50 Redazione
«Non bisogna insistere su un progetto sbagliato. È la scelta peggiore», dice Grégory Doucet, che vorrebbe invece «investire sulle infrastrutture già esistenti»

È uno dei sindaci simbolo di «quell’ondata verde che si leva in Francia», come l’ha definita detto Eva Sas, la portavoce di Europe Ecologie-Les Verts (Eelv), alla chiusura dei seggi domenica 28 giugno. Grégory Doucet, 46 anni, è il nuovo primo cittadino della terza città di Francia, 1,4 milioni di abitanti nell’area metropolitana. Le imprese della ricca e industriale Lione di Doucet saranno «accompagnate verso una transizione ecologica».

Nell’intervista a La Stampa, il sindaco ha toccato il nervo scoperto della Tav. Come la sua omologa torinese, Chiara Appendino del Movimento 5 stelle, anche il primo cittadino di uno dei due estremi della linea ad alta velocità è contrario alla realizzazione dell’opera: «Fra le nostre città – Torino e Lione, ndr. – esiste già un’infrastruttura ferroviaria, che è sufficiente, ed è su quella che dovremmo investire. La Francia ha iniettato troppi pochi fondi sul trasporto merci su rotaia a livello nazionale. E ora vogliono farci credere che con la Tav rilanceremo l’attività. Ma è assurdo».

Il neosindaco di Lione ribadisce che «se valorizzata, la linea già esistente è sufficiente per i treni che vi devono circolare. Ecco, investiamo prima lì e nel resto della Francia». Nonostante i lavori per costruire la grande opera siano già a un buon punto – è stato scavato il 18% delle gallerie, per un totale di 164 km sotterranei che uniranno Francia e Italia – Doucet ritiene sbagliato proseguire con gli scavi: «Non bisogna insistere su un progetto sbagliato. È la scelta peggiore. Bisogna fermare la Tav», dice perentorio.

E rivendica, seppur non abbia potere decisionale sulla materia, di «dover dire la mia opinione, visto che sono alla guida della mia città». Saranno i governi di Parigi e Roma, insieme alle istituzioni europee, a decidere sul futuro della Tav.

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