Adinolfi critica (ancora) il ddl Zan contro l’omofobia: «Intenzioni violente e liberticide»

Il Popolo della famiglia guarda con preoccupazione il ddl contro l’omofobia: «Zan dice che la caccia all’uomo agli “omofobi” potrà continuare se un magistrato deciderà che le nostre parole “istigano all’odio” o “alla violenza”», dice Adinolfi

La legge Zan, il ddl per il contrasto all’omofobia, da settimane è nel mirino soprattutto della Lega, della Cei e del popolo della famiglia (sceso in piazza “imbavagliato“). Secondo loro minerebbe la libertà d’espressione e istituirebbe una sorta di reato d’opinione. «L’istigazione all’odio e alla violenza non potrà essere considerata libertà di opinione, principio cardine democratico. E questo è sempre stato l’obiettivo di questo ddl, ovvero inchiodare gli omofobi, con condotte violente o incitanti alla violenza, alle proprie responsabilità» precisa Alessandro Zan, promotore della legge, attivista Lgbtq+ e deputato del Pd. «Oggi in Commissione è stato raggiunto un accordo su emendamento che letteralmente recita “sono consentite la libera manifestazione di pensiero e le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte”. Ciò che ovviamente già afferma l’art. 21 della Costituzione. Nulla di più, nulla di meno» ha aggiunto.


La reazione di Mario Adinolfi

Immediata la risposta di Mario Adinolfi che su Facebook tuona: «Alessandro Zan offre la sua interpretazione autentica dell’emendamento che Forza Italia ha fatto approvare votando insieme a M5s, Pd, LeU. Zan dice chiaramente che l’emendamento non vale niente. Che la caccia all’uomo agli “omofobi” potrà continuare se un magistrato, magari di Magistratura Democratica tendenza Lgbt, deciderà che le nostre parole “istigano all’odio” o “alla violenza”. Le intenzione di Zan e del Pd sono violente e liberticide».


Foto in copertina di repertorio: ANSA/ANGELO CARCONI

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