Un consigliere comunale di Vercelli ha patteggiato 4 mesi per aver scritto «Gay, lesbiche e pedofili, ammazzateli tutti»

Oltre ai 4 mesi di carcere (pena sospesa), ha anche versato 3mila euro ad Arcigay Vercelli. Il suo legale intanto lo difende: «Ha scritto quello che in molti pensano»

Era l’estate del 2019 quando Giuseppe Cannata, vicepresidente del consiglio comunale di Vercelli (Piemonte), esponente di Fratelli d’Italia, pubblicava sulla sua pagina Facebook un post contro gli omosessuali: «Questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili». Un commento che completava la condivisione di un intervento del senatore leghista Simone Pillon. Cannata, di professione medico, aveva rimosso poco dopo il post, scusandosi. Troppo tardi. Giorgia Meloni ne aveva preso le distanze mentre l’Ordine dei Medici aveva minacciato sanzioni.


Il post dello scandalo

FACEBOOK | Il post pubblicato (e poi rimosso) da Giuseppe Cannata

Ha versato 3mila euro ad Arcigay Vercelli

Arcigay Vercelli ha deciso di querelarlo: impossibile – ci spiegano – tollerare l’accostamento dei gay ai pedofili. Oggi è la stessa associazione a rendere pubblica la notizia che il procedimento per diffamazione è stato chiuso con un patteggiamento. Quattro mesi di reclusione (pena sospesa) e un risarcimento ad Arcigay Vercelli di 3mila euro (già pagati da Cannata). «Troppo pochi» ribattono loro.


Open | Il patteggiamento

«Clima retrogrado, vergogna»

Giulia Bodo, presidente di Arcigay Vercelli, ci spiega che per chiedere le dimissioni del consigliere comunale era stata organizzata anche una raccolta firme: «Oggi Cannata fa ancora il consigliere comunale brandendo il Vangelo. Com’è possibile? Non può rappresentare le istituzioni uno che accosta l’omosessualità alla pedofilia. Abbiamo persino raccolto 18mila firme per chiedere le sue dimissioni, che altro dobbiamo fare? Spiace constatare che ci sia ancora, nel 2020, un clima retrogrado. Una vergogna».

«Non vuole la morte dei gay, era solo uno sfogo»

Il legale di Cannata, Giuseppe Fiore, sostiene poi che abbia scritto semplicemente quello che pensano in molti: «Il mio assistito ha scritto un commento sbagliato a un fatto sbagliato. Basta risentirsi, ha pagato per l’errore commesso, non capisco questo accanimento mediatico e politico. Ha scritto quello che in molti pensano ma che non scrivono per paura di essere denunciati per diffamazione».

E ancora: «Un mondo ipocrita. Cannata non voleva e non vuole la morte dei gay, non è omofobo e non vuole ammazzare nessuno. Il suo è stato uno sfogo, non è successo niente, è una brava persona. Altrimenti che deve fare, si ammazza? Certo, non avrà usato il linguaggio delle suore Orsoline. Ma ha pagato per quello che ha scritto».

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