Dl omofobia, l’affondo di Salvini: «Non ci sono differenze di insulti, altrimenti presentiamo una legge contro l’eterofobia» – Il video

«Ci sono già tutte le punizioni e le sanzioni possibili e immaginabili – dice Salvini -. Il rischio è di sconfinare nell’ideologia, ed è un rischio troppo elevato»

«L’Italia è un paese che non discrimina». Così il leader della Lega Matteo Salvini durante la conferenza stampa per illustrare le proposte su infrastrutture e taglio della burocrazia. A margine della discussione, l’ex titolare del Viminale ha commentato la legge Zan contro l’omofobia approdata ieri in commissione Giustizia alla Camera, che punirebbe le discriminazioni di genere anche con la reclusione. «Ci sono già tutte le punizioni e le sanzioni possibili e immaginabili – dice -. Il rischio è di sconfinare nell’ideologia, ed è un rischio troppo elevato». «Per quel che mi riguarda», ha poi proseguito, «se qualcuno viene discriminato, insultato, pestato, l’unica via possibile è la galera. Non esiste il pestaggio più grave o l’insulto più grave. Non ci sono differenze, altrimenti anche noi presentiamo una legge ma questa volta contro l’eterofobia. Questo governo vuole stare in piedi nel nome dell’anti leghismo. Il problema sono i soldi, le casse integrazioni che non vengono versate».


La legge Zan

Il testo della legge Zan-Scalfarotto presentata a luglio 2018 da Alessandro Zan, in quota Pd, ieri ha iniziato il suo percorso a Montecitorio. Un testo in materia di violenza o discriminazione per ragioni di orientamento sessuale o identità di genere che nasce con l’intenzione di contrastare l’omotransfobia e le discriminazioni correlate. E’ una svolta attesa da quasi 25 anni: la prima proposta di legge in materia era stata presentata da Nichi Vendola, nel 1996, ma non se n’è mai fatto nulla. L’intento, si legge nel testo, è quello di «equiparare le manifestazioni di odio fondate sull’omofobia e sulla transfobia a quelle, già riconosciute e punite dal nostro ordinamento, fondate su motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o rivolte contro gli appartenenti alle minoranze linguistiche».


Se la legge venisse approvata, chi commette reati motivati da «stigma sessuale, in particolar modo nei confronti delle persone omosessuali e transessuali», rischierebbe da 1 a 4 anni di reclusione. Questo perché nella legge è prevista un’estensione dei reati puniti dagli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale anche alle «discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere della vittima». C’è, però, nel testo di legge anche l’idea di finanziare con 4 milioni di euro attività nelle scuole oltre ad un piano di prevenzione di almeno tre anni e di far nascere su tutto il territorio nazionale centri di assistenza sanitaria e psicologica contro le discriminazioni.

La destra, però, promette battaglia per non far passare il testo.

In copertina: video Agenzia Vista, Alexander Jakhnagiev

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