Ponte di Genova, rilasciato il certificato del collaudo, ma vigili del fuoco e comitati non parteciperanno all’inaugurazione

Domani è il giorno dell’inaugurazione. Manca l’ultimo sì da parte dell’Anas: quello al traffico, mentre è stato rilasciato il certificato di collaudo statico

Manca poco: domani, 3 agosto sarà inaugurato il nuovo ponte, quello che sorge al posto del Ponte Morandi, crollato esattamente due anni fa portandosi dietro 43 vite. L’Anas ha rilasciato il certificato di collaudo statico e ora sta verificando l’agibilità del nuovo viadotto per permettere l’apertura del traffico. Ma per i parenti delle vittime «non c’è nulla da celebrare, tanto meno da festeggiare»


Chi non parteciperà all’inaugurazione

Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi lo ripetono da mesi: l’inaugurazione del nuovo viadotto, il San Giorgio, non è un momento di festa. Ora, a poche ore dall’evento del 3 agosto che vedrà le istituzioni presenziare all’apertura del ponte, anche i Vigili del Fuoco e i comitati dei cittadini di Genova hanno espresso solidarietà alle famiglie colpite dalla tragedia e hanno dichiarato la loro volontà di non esserci.


75 vigili liguri hanno firmato e inviato una lettera al Comitato parenti delle Vittime del Ponte Morandi. «Esprimiamo la nostra solidarietà e condividiamo la vostra scelta di non partecipare alla cerimonia di inaugurazione del nuovo ponte», hanno scritto. «Ciò che si apprestano a celebrare – in pieno spirito di unità nazionale – non è solo la ricostruzione di un ponte indegnamente crollato ma è il cosiddetto “modello Genova” che vogliono estendere a tutta Italia con la scusa della crisi economica, cioè la costruzione di grandi opere infrastrutturali con ancora meno controlli, causa stessa dei disastri».

Tra i firmatari della lettera c’è anche Stefano Giordano, ex pompiere in Liguria e attualmente portavoce del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Genova. «Quel che vedo è troppo, per non urlare il mio sdegno verso chi trasforma un ricordo di dolore in vetrina personale», ha scritto in un post sulla sua pagina Facebook. «Non c’è nulla da festeggiare». «La mia è una posizione che – continua Giordano – nasce dal dolore di chi, come me, per anni ha svolto il lavoro del soccorritore e conosce l’importanza di una mano che ti salva dalla morte certa».

A poche ore dalla presa di posizione del corpo di soccorso, è arrivata anche la solidarietà del Comitato Zona Arancione, che da due anni è in prima linea per far venire allo scoperto le responsabilità del disastro. «Non presenzieremo all’inaugurazione – scrivono – nel rispetto delle vittime e delle loro famiglie, ben consapevoli che vi sia tutto tranne che da festeggiare per la ricostruzione di un viadotto che non sarebbe neppure mai dovuto crollare».

I primi a manifestarsi contrari alle celebrazioni erano stati proprio i parenti delle 43 persone decedute nel crollo. «Quel momento, in quel luogo, non può essere parte di noi», avevano scritto il 26 giugno scorso. «Per noi purtroppo la ricostruzione del ponte non riuscirà mai a ricostruire quello che abbiamo perso. Questo ponte per noi ha un significato ben preciso che ci strazia il cuore».

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