Scontri in Bielorussia: più di 2 mila arresti dopo il voto. Svetlana Tikhanovskaya è in Lituania: «Scelta difficile, l’ho fatto per i miei figli»

La candidata dell’opposizione ha rivelato di aver deciso di uscire dal Paese per prendersi cura dei suoi figli: «Nessuna vita vale ciò che sta succedendo adesso. I bambini sono la cosa più importante che abbiamo»

Seconda nottata di proteste a Minsk, in Bielorussia, dopo le elezioni che hanno visto la riconferma di Lukashenko con l’80% dei voti. Secondo il ministero dell’Interno oltre 2mila persone sono state arrestate nel corso dell’ultima giornata di scontri tra i cittadini e la polizia. Intanto la candidata dell’opposizione, Svetlana Tikhanovskaya, si trova in Lituania. «Non aveva altra scelta, le autorità della Bielorussia l’hanno portata fuori dal Paese», ha dichiarato Olga Kovalkova, una rappresentante della dissidente. Tuttavia Tikhanovskaya ha definito la sua scelta indipendente.


«Pensavo che la campagna elettorale mi avesse temperata e mi avesse dato la forza di poter superare tutto, ma probabilmente sono rimasta una debole donna come prima», ha detto Tikhanovskaya in un messaggio via internet spiegando di aver fatto questa scelta per proteggere i figli. Ho preso una difficile decisione, l’ho presa assolutamente da sola.


«Né gli amici, né l’ufficio elettorale, né Serghei (il marito, ndr) hanno potuto in nessun modo influenzarla. So che molti mi capiranno, molti mi condanneranno e molti mi odieranno. Ma sapete, che Dio non vi dia mai una scelta come quella davanti alla quale mi sono trovata io. Perciò dico a tutti: prendetevi cura di voi. Nessuna vita vale ciò che sta succedendo adesso. I bambini sono la cosa più importante che abbiamo», ha concluso.

Tikhanovskaya aveva rifiutato il risultato delle urne e annunciato che le elezioni erano state truccate. La rabbia è esplosa in tutto il Paese e da due giorni i cittadini bielorussi chiedono che venga rispettato il loro voto.

Gli scontri

Per tutta la notte la polizia ha respinto le proteste lanciando granate stordenti e picchiando brutalmente i cittadini, secondo quanto denunciano gli attivisti. Non si hanno invece ancora notizie di Maxim Solopov, il reporter russo dell’agenzia Meduza, scomparso la notte del 9 agosto dopo essere stato visto l’ultima volta picchiato dalle autorità. È stata invece confermata la morte del primo manifestante. Secondo il ministero dell’Interno, l’uomo è rimasto ucciso quando «un ordigno non identificato» che intendeva lanciare contro le forze dell’ordine gli è esploso in mano.

Foto copertina: EPA/YAUHEN YERCHAK

Leggi anche: