Riaprire a Natale? Crisanti rilancia: «Piuttosto lockdown totale con le ferie: senza difese, a gennaio avremo una terza ondata»

di Giovanni Ruggiero

Il direttore di Microbiologia di Padova è stato tra i primi a invocare una chiusura generale per le feste natalizie. Il rischio, avverte, è di ritrovarci con un’ondata peggiore di quella in corso

Per convincersi che la curva epidemiologica stia calando al punto da permettere qualche riapertura per Natale ci vuole «grande fede» secondo Andrea Crisanti, che in un’intervista a la Repubblica parla stupito davanti al dibattito sui possibili allentamenti in vista delle feste natalizie. Al cauto ottimismo emerso dagli esperti dell’Iss di ieri, il direttore di Microbiologia dell’Università di Padova risponde con il solito pragmatismo, provando a rinfrescare la memoria collettiva su quanto accaduto non più tardi della scorsa primavera: «Se si osserva la curva dei contagi di Coronavirus e la dinamica dei decessi, si capisce come siamo in una situazione sovrapponibile a quella di marzo».


Il ripasso sulle lezioni degli ultimi mesi sembra a questo punto necessario, almeno per ricordare che dopo il lockdown totale vissuto a marzo: «abbiamo dovuto attendere fine aprile per intravedere la famosa fine del tunnel». E oggi ribadisce Crisanti non è in corso neanche una chiusura totale, ma limitazioni e restrizioni locali che richiederanno inevitabilmente più tempo perché portino i primi effetti sulla curva epidemiologica.


Proprio lui alcune settimane fa era stato tra i primi a invocare un lockdown natalizio, una sorta di reset approfittando del periodo di ferie per recuperare il tempo perduto su tracciamento e monitoraggio. Inascoltato allora, come sul piano dei tamponi che nel frattempo il ministero della Salute almeno da un punto di vista quantitativo sembra aver di fatto seguito. Per quanto oggi, con questo livello di contagi: «il numero di tamponi non ha più senso. Ormai – dice Crisanti – la marea del virus è fuori controllo».

Quell’idea di chiudere tutto a Natale, Crisanti non l’ha abbandonata, anzi: «Piuttosto che riaprire per Natale, penso che la situazione sia così malmessa da dover consigliare l’opposto: approfittare delle ferie di fine anno per chiudere tutto in quelle due settimane e cercare di fermare il contagio. Ma capisco che bisogna tener conto delle esigenze dell’economia…». La posta in gioco ancora una volta però è alta, perché sostiene Crisanti che: «senza strumenti per contrastare la diffusione sul territorio – considerando che l’arrivo dei primi vaccini avverrà gradualmente nel 2021 – a gennaio saremo di nuovo in questa situazione se non in una peggiore, nel pieno della terza ondata».

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