Il Nevada progetta di dare alle grandi aziende del settore tech il potere di trasformarsi in governi locali

La proposta di legge del governatore dem Sisolak consentirebbe alle compagnie che investono sul territorio di ottenere lo status di contea, con possibilità di riscuotere le tasse e amministrare la giustizia

Grandi aziende del settore tech che si trasformano in governi locali, con poteri simili a quelli di una contea. La proposta di legge, non ancora formalizzata, arriva dal governatore del Nevada, il democratico Steve Sisolak. Per il momento si tratta solo di una bozza, ma se il provvedimento dovesse essere effettivamente scritto e approvato, spianerebbe la strada alla creazione delle Innovation Zones, governi separati all’interno dello Stato, come raccontato tra gli altri dalla newsletter Guerre di Rete.


I poteri delle contee

Negli Stati Uniti le contee si occupano generalmente di pubblica sicurezza (ufficio dello sceriffo), servizi pubblici, strade, biblioteche, parchi e prigioni. Le competenze di quelle più grandi o più popolose possono estendersi anche ad aeroporti, porti, spiagge, musei, cliniche, edilizia popolare, servizi sociali e assistenziali, salvaguardia dei beni storici e ambientali, fino alla riscossione delle tasse, al finanziamento delle scuole e all’organizzazione dei processi nei tribunali.


Il progetto di legge

Sisolak ha reso pubblica la sua proposta il 5 febbraio, scrivendo su Twitter di essere contento che sia salita agli onori della cronaca nazionale come “Top Tech Agenda”. Ha quindi spiegato che il suo progetto di legge contribuirebbe a rafforzare le infrastrutture e l’economia del Nevada, generando nuovi posti di lavoro.

I requisiti per le Innovation Zones

Per quello che se ne sa finora, le Innovation Zones sarebbero dedicate a grandi aziende operanti in settori high tech come l’intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, la blockchain e la robotica. Per ottenere una Innovation Zone un’azienda dovrebbe entrare in possesso di un’area disabitata grande almeno 200 km quadrati (il Nevada è in gran parte desertico e semi-arido) e investire almeno 1 miliardo di dollari sul territorio nell’arco di 10 anni, senza ricorrere ad agevolazioni fiscali o finanziamenti pubblici. Soddisfatte queste condizioni, l’azienda potrebbe ottenere in cambio i privilegi tipici di un’entità governativa. In una prima fase la compagnia innovatrice avrebbe la stessa autorità di una contea, inclusa la riscossione delle tasse, la fornitura di servizi, la formazione scolastica fino al termine delle superiori e l’amministrazione della giustizia. Ma in futuro potrebbe anche arrivare a trasformarsi in un organo di governo indipendente.

Una proposta cucita su misura?

Il punto è che, secondo Sisolak, gli apparati statali odierni non sono abbastanza flessibili per garantire alle aziende del settore tech la libertà necessaria per sviluppare tutto il loro potenziale. D’altra parte, un candidato interessato a sperimentare il modello delle Innovation Zones ci sarebbe già. Si tratta dell’azienda Blockchains LLC guidata da Jeffrey Berns, che si sarebbe impegnata a costruire, dopo l’approvazione del disegno di legge, una smart city nel Nevada basata sull’uso delle proprie tecnologie. Un’idea che fa tornare alla mente i villaggi operai sorti in Europa a partire dalla seconda metà del XIX secolo, quando con l’espandersi delle nuove realtà industriali l’esigenza di fornire ai lavoratori una casa vicino alla fabbrica iniziò ad assumere anche un significato “politico” importante. E negli Stati Uniti non manca chi, come la testata Nevada Independent, ha già fatto notare come la proposta del governatore Sisolak ricalchi esattamente non solo i desiderata, ma anche i requisiti posseduti dalla Blockchains LLC.

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