Siria, sotto accusa per crimini di guerra Asma Assad, moglie del presidente Bashar. Rischia di perdere la cittadinanza britannica

È accusata di aver incoraggiato il terrorismo con i suoi discorsi. Se sarà incriminata, la polizia britannica potrà richiederne l’estradizione

A circa dieci anni dell’inizio della guerra civile in Siria, esplosa con le proteste contro il regime di Bashar al-Assad nel marzo del 2011, la polizia metropolitana di Londra apre un’indagine per crimini di guerra nei confronti della moglie del leader siriano, Asma Assad. L’accusa è quella di aver incoraggiato il terrorismo in Siria nei suoi discorsi a sostegno delle forze armate siriane. Secondo Guernica 37, l’associazione britannica di diritto internazionale da cui sono partite le indagini, la moglie dell’attuale presidente della Siria, a sua volta al centro di diverse indagini per le atrocità commesse dal suo regime durante il conflitto, fa parte di un gruppo di «personalità influenti» che hanno contribuito alla «campagna propagandistica» e di «disinformazione» del regime.


Da Londra a Damasco, chi è Asma Assad

Figlia di genitori siriani, Asma Assad, oggi 45enne, è nata e cresciuta a Londra dove ha lavorato come manager nel settore della finanza dopo la laurea ottenuta al King’s College di Londra. Si è trasferita in Siria soltanto nel 2000 dopo il matrimonio con Bashar al-Assad. Era già stata oggetto di sanzioni da parte dell’Unione europea a partire dal 2012, ovvero circa un anno dopo l’inizio delle proteste in Siria, brutalmente represse dal regime. Nel 2020 anche gli Stati Uniti di Donald Trump avevano deciso di “colpirla” con delle sanzioni mirate nel tentativo di fare pressione sul regime.


Il conflitto in Siria e le accuse nei confronti di Assad

Se sarà incriminata, la polizia potrà richiederne l’estradizione e potrebbe anche perdere la cittadinanza britannica. Tuttavia resta improbabile che Asma Assad possa mai davvero apparire davanti a un tribunale nel Regno Unito visto che il marito è riuscito a rimanere al potere nonostante abbia rischiato più volte di perdere la guerra civile e benché sia sempre più isolato a livello internazionale, con l’eccezione della Russia e dell’Iran, suoi storici sostenitori.

Il bilancio dopo i dieci anni di conflitto è davvero pesante. Sono più di 6,6 milioni i rifugiati siriani al mondo. Secondo la Rete siriana per i diritti umani (SNHR), almeno 100 mila siriani sono scomparsi a causa del conflitto e quasi 15.000 persone sono morte torturate per mano delle forze governative siriane. Come scrive il New York Times, presto potrebbe partire un processo penale nei confronti di Assad per l’utilizzo di armi chimiche sulla popolazione siriana.

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