Just Eat, firmato il primo contratto dei rider: diventano lavoratori subordinati a 9 euro l’ora

Ferie, malattie, maternità, paternità, festività e anche “premi di risultato”. Ecco il contenuto dell’accordo tra le sigle sindacali e l’azienda che si occupa di consegne di cibo a domicilio

Quattromila assunzioni in Italia, tutti lavoratori subordinati, in gran parte part-time, con contratti a tempo determinato (almeno nei primi 9 mesi) e indeterminato (sicuramente nella seconda fase). Ferie, diritti sindacali, malattie, festività, maternità e paternità. Questi sono i punti più importanti del nuovo contratto che Just Eat, tra le aziende più importanti che si occupano delle consegne a domicilio, ha firmato con le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti segnando, di fatto, una piccola rivoluzione nel mondo dei rider, di uomini e donne che, giorno e notte, consegnano cibo e bevande nelle case degli italiani. Al sole e sotto la pioggia. Anche in piena pandemia, rischiando la pelle per pochi euro. E senza alcuna tutela. «Si va verso un lavoro strutturato. Per noi è un accordo storico. È cambiato il modello di lavoro e sono state accolte le richieste dei rider. Siamo soddisfatti. Finalmente c’è un accordo, e non una sentenza, che dice che questi lavoratori sono subordinati. Un salto notevole», commenta a Open Tania Scacchetti della Cgil, presente alla riunione fiume di 4 ore.


Quanto guadagneranno

Con questo contratto la paga base sarà di 8,50 euro a cui aggiungere il Tfr e 0,25 euro a consegna (quindi 0,50 l’ora, considerando due consegne ogni 60 minuti) inteso come “premio di risultato” oltre a festività, lavoro supplementare e notturni. Il premio di risultato diventerà 0,50 euro nel caso in cui verranno superate le 250 consegne mensili. Il contratto offerto sarà quello di un part-time da 10, 20 o 30 ore con turni che verranno pianificati mediante un’app dove il rider darà la sua disponibilità per la settimana successiva così da permettere a Just Eat di procedere alla pianificazione del lavoro. Il contratto sarà quello della logistica e dei trasporti, come richiesto dai sindacati che, nelle scorse settimane, erano sul piede di guerra.


I rider – che lavoreranno 6 giorni su 7 – non potranno lavorare per altri durante l’orario di servizio e la domenica sarà considerata come un giorno di lavoro qualsiasi. Non sono previste chiusure o sospensioni aziendali. Durante l’attesa degli ordini i rider potranno fare delle pause (pagate) in cui potranno mangiare o andare in bagno. Per i turni che superano le 6 ore, invece, avranno diritto a una pausa non retribuita di 30 minuti, da concordare con il line manager prima dell’inizio del turno (così da non assegnargli ordini in quella mezz’ora). I primi a essere assunti, ovvero quelli che riceveranno la proposta di lavoro nel prossimo mese e mezzo (entro il 15 maggio), saranno i lavoratori che già collaborano con Just Eat. A seguire tutti gli altri.

Assicurazione sulla vita ma anche mascherine e gel igienizzanti

In alcune città i rider potranno beneficiare dei mezzi messi a disposizione dall’azienda, in altre no. In quest’ultimo caso scatterà un’indennità a titolo di rimborso chilometrico per l’utilizzo del proprio mezzo per le consegne (per bici ed e-bike sarà di 6 centesimi, per scooter e moto di 15 centesimi). Just Eat si impegna, inoltre, a fornire tutte le dotazioni di sicurezza necessarie per i rider: dal casco agli indumenti ad alta visibilità o antipioggia fino allo zaino per il trasporto di cibo. Previsti anche gel igienizzanti e mascherine anti-Covid. A questo si aggiunga – oltre a Inps e Inail – anche l’assicurazione nel caso di incidenti gravi sul lavoro. Si pensi a invalidità permanenti o ai decessi sul lavoro.

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