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La moglie del militare arrestato Biot: «Il mutuo, i figli e i cani. I suoi 3 mila euro al mese non bastavano più»

01 Aprile 2021 - 10:47 Giada Giorgi
Claudia Carbonara prova a trovare una spiegazione dietro al gesto di suo marito, accusato di aver passato informazioni riservate della Nato alla Russia

«Troppe spese a casa, eravamo in crisi da tempo». Così Claudia Carbonara, la moglie di Walter Biot, il capitano di fregata della Marina militare sorpreso dai Ros a vendere segreti militari ai russi, si confida sulle motivazioni che avrebbero spinto il marito a svelare i documenti segreti dello Stato maggiore della Difesa. «Aveva paura di non riuscire più a fronteggiare le tante spese che abbiamo. L’economia di casa. A causa del Covid ci siamo impoveriti, lo sa?” ha detto Carbonara al Corriere della Sera. Una chiavetta Usb in cambio di una scatola di soldi, tutto, secondo la moglie di Biot, «per disperazione».

«3.000 euro al mese non bastavano più»

La crisi economica causa Covid avrebbe portato il capitano Biot a macchiare la sua fama di militare incorruttibile, ma a quanto ammonta il suo stipendio? «Tremila euro» spiega Carbonara, «ma non bastavano più più per mandare avanti una famiglia con 4 figli, 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268 mila euro di mutuo, 1.200 al mese. E poi la scuola, l’attività fisica, le palestre dei figli a cui lui non voleva assolutamente che dovessero rinunciare». La moglie tiene a sottolineare l’assenza di vizi del marito, «niente lussi, solo la vita quotidiana che però a lungo andare fa sentire il suo peso».

Solo questione di spese essenziali secondo Claudia Carbonara, che ora rassicura anche sulla scelta dei documenti svelati. «Ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Non voleva fottere il Paese, niente di così compromettente». La donna continua a difendere il marito dipingendo Biot come un uomo «né stupido né irresponsabile», ma semplicemente disperato. «Se solo me ne avesse parlato ne avremmo discusso insieme, avrei provato a dissuaderlo» ha continuato Carbonara. Per la moglie l’uomo che per 30 anni «ha servito il Paese spendendosi per la patria» non «ha pregiudicato in nessun modo l’interesse nazionale».

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