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Verso le regole per le riaperture, le regioni al Cts: bar e ristoranti la sera solo con servizio al tavolo. Sì alle palestre e piscine in zona rossa, no al calcetto

Alcune misure prevedono deroghe per i componenti dello stesso nucleo famigliare. Ad esempio, marito e moglie o genitori e figli potranno sedersi vicini al cinema o al teatro

Continua il pressing delle Regioni sul governo in vista delle riaperture previste per le prossime settimane. Tra le prime anticipazioni sulla bozza di protocollo c’è la richiesta dei governatori di riprendere gli spettacoli al chiuso fissando ad almeno un metro la distanza tra gli spettatori. La regola per contenere i contagi da Coronavirus dovrà essere rispettata nei cinema e teatri dove sarà obbligatorio indossare la mascherina. Nei casi in cui non sarà invece necessario il ricorso alle mascherine, per esempio all’aperto, le Regioni chiedono che le distanze sociali da imporre non siano inferiori ai due metri. Le misure richieste dalle Regioni potranno essere applicate anche nelle zone rosse, purché integrate «da strategie di screening periodico del personale non vaccinato».

Bar e ristoranti

Per quanto riguarda bar e ristoranti, i governatori chiedono che le consumazioni al banco dove sono previsti posti a sedere non debbano svolgersi dopo le 14. Nei locali al chiuso resterebbe la distanza di due metri tra un cliente e l’altro, mentre all’aperto questa si riduce a un metro. Gli ingressi saranno contingentati in base alla capienza del locale. Rimane l’obbligo di mascherina durante gli spostamenti. Da evitare poi i menu cartacei, che dovranno invece essere consultabili online. Nei bar si potrà tornare a leggere il giornale e a giocare a carte, mantenendo la distanza minima di un metro sia tra i giocatori (con mascherina obbligatoria), sia tra i diversi tavoli di gioco. La bozza è in fase di aggiornamento questa mattina, durante la Conferenza delle Regioni che precede il confronto dei governatori di questo pomeriggio con il governo. Il documento sarà quindi trasmesso agli esperti del Cts, che in giornata dovrebbero diffondere le linee guida sulle diverse attività coinvolte dal piano di riaperture dei prossimi due mesi.

Palestre e piscine

Le palestre potranno restare aperte anche in zona rossa. Anche per la riapertura in sicurezza di palestre e piscine, le Regioni hanno chiesto l’accesso alle strutture sia contingentato  e pianificato attraverso prenotazione, onde evitare assembramenti. Tra le richieste vi è anche quella di tenere attivo un elenco delle presenze per almeno 14 giorni, per facilitare eventuali tracciamenti in caso di contagio. Per lo svolgimento dell’attività nelle palestre è stato richiesto di organizzare gli spazi negli spogliatoi e nelle docce, assicurando un distanziamento minimo di 2 metri. Nelle aree in cui si svolge l’attività sportiva è richiesto un distanziamento minimo di 2 metri per chi svolge attività fisica e di almeno 1 metro per chi non sta svolgendo esercizi. Gli attrezzi sportivi andranno disinfettati ogni volta dopo l’utilizzo. Nelle piscine, per ciascuna persona presente in acqua, dovranno essere garantiti 7 metri quadri di superficie libera. Prima di entrare in vasca sarà obbligatoria la doccia saponata.

Cinema, concerti e teatri

Anche in questo caso le Regioni ritengono che le attività possano rimanere aperte «in scenari epidemiologici definite ad alto rischio, purché integrate con strategie di screening/testing». Il distanziamento interpersonale è fissato ad «almeno 1 metro sia frontalmente sia lateralmente». Non sarà possibile assistere agli spettacoli in piedi e sarà obbligatorio indossare la mascherina. Verrà lasciata la possibilità di togliere la mascherina se la distanza interpersonale aumenterà di almeno 2 metri. Sul palco, i musicisti dovranno mantenere tra di loro almeno 1 metro di distanza, che diventa di almeno 1,5 metri per chi suona strumenti a fiato. In teatro gli artisti e il personale dovrà indossare la mascherina ogni qual volta «l’attività non consente il rispetto del distanziamento», e gli oggetti in scena dovranno essere manipolati mediante l’uso di guanti. Nei teatri viene poi sconsigliato di fare un «uso promiscuo dei camerini, salvo assicurare un adeguato distanziamento interpersonale».

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