Rettifica dell’articolo sul «notaio dei Fondi della Lega» pubblicato il 14 settembre 2020

Intervento del direttore di Open a proposito dell’articolo «Fondi Lega, spunta il Notaio dopo il caso dei 49 milioni: è lo stesso che ha aiutato i commercialisti nei rapporti con la Svizzera»

Nell’articolo Fondi Lega, spunta il Notaio dopo il caso dei 49 milioni: è lo stesso che ha aiutato i commercialisti nei rapporti con la Svizzera abbiamo accostato notizie non pertinenti. Infatti, il mancato approfondimento dei fatti e l’improprio accostamento degli uni agli altri restituiscono una notizia non corretta in ordine all’operato del Notaio Angelo Busani. In primo luogo nell’articolo non è stato messo in luce che la telefonata intercorsa nel 2013 tra Angelo Busani e l’avv. Domenico Aiello si riferiva non, come implicitamente risulta dal contesto, alle vicende dei cosiddetti “fondi della Lega”, ma a una vicenda diversa relativa a un credito rivendicato da un professionista, poi condannato, nei confronti di quel partito politico. Quindi i consigli forniti dal notaio Busani in una conversazione amichevole ben possono configurarsi come ordinaria attività consulenziale, volta ad apprestare rimedi legittimi per la tutela di posizioni legittime. Ogni risalto assegnato al linguaggio amichevole adottato non assume infatti alcuna rilevanza.


In secondo luogo, nell’articolo non è stata data la necessaria evidenza al fatto che la telefonata, della quale peraltro non esiste registrazione ma soltanto un appunto trascritto, non è stata giudicata rilevante dalla stessa magistratura inquirente. Tanto è vero che il notaio Busani non solo non è stato indagato ma non è stato neanche ascoltato come persona informata sui fatti. In terzo luogo, anche il bonifico bancario effettuato dallo Studio del notaio Busani in data 29 giugno 2018 a favore dello studio notarile Grandi, non è stata chiarita ed esposta la vera natura. Il bonifico risulta infatti a una operazione di investimento di fondi di private equity in P. Assic. s.p.a. e non ha dunque nulla a che fare con la successiva acquisizione per 900.000,00 euro di un capannone, gestita dallo studio notarile Grandi, né con la vicenda della Lombardia Film Commission.


In definitiva, nel pezzo sono stati omessi dei fatti dei quali non eravamo a conoscenza, che sarebbe stati essenziali per la completezza e correttezza dell’informazione; non abbiamo evidenziato compiutamente la differenza fra persone coinvolte nel procedimento di indagine e persone non coinvolte. Di quanto precede mi scuso, in quanto direttore di Open e personalmente, con il Notaio Busani. Per completezza va aggiunto che di errori si tratta e che qualsiasi intenzione diversa dall’unico fine di informare è estranea ad Open sia nei confronti del Notaio Busani sia in generale.

Umberto La Rocca, direttore di Open