Tregua lontana tra Israele e Gaza. Di Maio: «Lancio di razzi da Gaza inaccettabile». Scuole chiuse al centro e al sud di Israele

Il bilancio finora è di 35 palestinesi uccisi, di cui 10 bambini, e 6 israeliani. L’Onu convoca nuovamente una riunione di emergenza

Si fa sempre più aspra la questione tra Israele e la Striscia di Gaza. E il cessate il fuoco sembra essere sempre più lontano. Il Comando interno dell’esercito israeliano ha deciso che le scuole del centro e del sud del territorio – che coinvolgono circa un milione di studenti – saranno chiuse per l’intera settimana a causa dei rischi. Anche le attività commerciali di quella zona potranno restare aperte solo se posseggono pronto accesso ai rifugi.


Di Maio: «L’Italia condanna i razzi da Gaza»

Anche Luigi Di Maio, ministro degli esteri italiano, è intervenuto sull’escalation. «Condanniamo con fermezza», ha dichiarato. «Voglio dirlo con grande chiarezza: il lancio indiscriminato di razzi è inaccettabile in ogni circostanza e deve pertanto cessare». Adesso «è prioritario evitare la perdita di ulteriori vite umane e per questo chiediamo con forza a tutte le parti di intraprendere subito misure di de-escalation e di attenersi alla massima moderazione».


Anche la Germania si schiera con Israele

Nel frattempo, la Germania ha preso pubblicamente posizione nel conflitto: l governo tedesco ha «condannato» gli attacchi con i razzi lanciati contro le città israeliane. «Israele – ha detto il portavoce Steffen Seibert in conferenza stampa a Berlino – ha diritto di difendersi da questi attacchi». «Questa violenza – ha sottolineato – non ha giustificazione e colpisce fra l’altro cittadini ebrei come musulmani». Seibert ha poi definito l’offensiva di Hamas «attacchi terroristici».

I fatti della notte

Nella notte tra l’11 e il 12 maggio, Hamas ha annunciato il lancio di altri 110 razzi su Tel Aviv e 100 nel sud dello Stato ebraico, a Beersheva, «come rappresaglia per la ripresa degli attacchi contro immobili abitati dalla popolazione civile». I razzi lanciati hanno colpito un oleodotto a Ashkelon, provocando un vasto incendio, mentre a Tel Aviv le sirene d’allarme sono risuonate a lungo all’alba, con l’aeroporto di Ben Gurion rimasto chiuso per circa un’ora.

Nel corso degli attacchi da Gaza sono morte 6 persone. Parallelamente, sono almeno 35 i palestinesi uccisi nei raid di Israele, di cui 10 bambini. Buttati giù dalle bombe numerosi edifici abitati. Israele non intende fermarsi: «Hamas, dopo aver colpito Gerusalemme e lanciato oltre 500 razzi, invoca il cessate il fuoco, cercando di evitare di pagare il prezzo per aver colpito il nostro Stato. Ci fermeremo quando saremo pronti», ha riferito un funzionario israeliano al Jerusalem Post. Nel primo pomeriggio di oggi, l’esercito di Israele ha comunicato che alcuni alti comandanti di Hamas sono stati «simultaneamente eliminati» a Gaza e Khan Yunis, nel nord della Striscia, al termine di un’operazione «complessa e prima nel suo genere». «I comandanti – spiegano le autorità israeliane – sono uomini chiave dello staff generale di Hamas e considerati vicini al capo dell’ala militare dell’organizzazione Mohammed Deif».

Tensioni in Cisgiordania: muore ragazzo di 16 anni

Tra le vittime palestinesi di oggi c’è Rashid Abu Arreh, un ragazzo di 16 anni ucciso dai soldati israeliani durante gli attacchi a Tubas, in Cisgiordania. A darne notizia è stata l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che ha specificato come il giovane si fosse trovato coinvolto negli scontri avvenuti quando la popolazione ha cercato di impedire all’esercito di arrestare esponenti politici locali.

L’Onu: «L’escalation sta sfociando verso una guerra su larga scala»

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si è detto «molto preoccupato per quanto sta accadendo in Israele e nei territori palestinesi», ribadendo come le Nazioni unite siano al lavoro per «un’urgente de-esclation». Tor Wennesland, inviato dell’Onu per il Medio Oriente, ha sollecitato il cessate il fuoco: «Questa escalation sta sfociando verso una guerra su larga scala. I leader di tutte le parti devono impegnarsi nella de-escalation. Una guerra a Gaza sarebbe devastante e le persone ne pagherebbero il prezzo più alto». Per la giornata di oggi è stata convocata una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.  

Foto in copertina: EPA/MOHAMMED SABER

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