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Israele, il conflitto tra arabi ed ebrei passa dai social: sempre più soldati dell’Idf su TikTok – Il video

18 Maggio 2021 - 19:30 Luca Covino
La narrazione della guerra passa anche per le piattaforme social che offrono l'opportunità di materiale inedito ma con molti rischi fake news e toni propagandistici

L‘escalation militare tra Israele e Palestina sta mettendo i social network al centro della comunicazione del conflitto. Piattaforme come TikTok, infatti, sono lo spazio dove la tensione tra arabi ed ebrei viene messa in onda al pari dei media tradizionali. Il social cinese raccoglie oltre 700 milioni di utenti attivi a livello globale e ha fatto dell’immediatezza in video e dei toni ironici i suoi punti di forza. Queste caratteristiche sono usate anche da centinaia di profili di soldati e soldatesse dell’esercito israeliano che pubblicano contenuti dal tono ironico sulla guerra che stanno combattendo, generando un dibattito sull’utilizzo di piattaforme social in contesti bellici.

La centralità dei social nel conflitto

I video dalle zone di conflitto si sono affermati da anni sui canali social, dando anche l’opportunità di un’informazione più ampia con la circolazione di materiale inedito. Per quanto riguarda il conflitto tra israeliani e palestinesi lo stesso TikTok è stato il canale dove sono circolati video di aggressioni di arabi contro ebrei: da quelle violenze in video sono partite, per esempio, le manifestazioni a Gerusalemme dell’estrema destra israeliana che hanno inasprito le tensioni nel Paese. Anche la causa palestinese trova su TikTok (per esempio con @SaveSheikJarrah) un veicolo di diffusione di massa. Il riferimento è agli sfratti subiti nei quartieri a Gerusalemme Est dalla popolazione araba. L’account ha ricevuto milioni di condivisioni dall’esplosione delle tensioni. Tuttavia, gli stessi canali social fungono da mezzo anche per l’espansione di fake news sugli schermi dei telefoni di tutto il mondo. Il video di una folla di israeliani «in festa sotto un albero in fiamme dopo i primi bombardamenti a Gaza», per esempio, è risultata essere una fake news creata da un sito statunitense, ma ha ricevuto 44 milioni di condivisioni solo su TikTok.

La forte presenza dell’Idf sul web

L’uso dei social in un conflitto rischia dunque di generare una cattiva informazione e di veicolare messaggi stereotipati. La tendenza che vede i soldati israeliani postare video divertenti sulla guerra alimenta una narrazione propagandistica. Lo stesso Israelian Defense Forces ha una forte presenza online: su Twitter è seguita da 1,3 milioni di persone, da quasi 800 mila su Instagram e da 70 mila su TikTok, dove appunto circolano questi contenuti ironici sul conflitto. «Cosa faresti se fosse la tua città?» è un video di propaganda in cui vengono fatti vedere missili caduti nelle città israeliane da Gaza che ha ricevuto 300 mila visualizzazioni. «Su internet si combatte una guerra di mente e cuore», ha detto il dottor Gabriel Weimann dell’Università di Haifa, «e al momento in Israele nessuno si aspettava un uso tale di TikTok». Di fatto, interpellati dalle autorità israeliane, la stessa azienda cinese e Facebook hanno dichiarato di monitorare la circolazione di contenuti sul conflitto per «evitare violenza e diffusone di estremismi».

Video: TikTok/@yael_deri1 – @shanilamay

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