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Green Pass falsi e vaccini sul dark web, pacchetti venduti su Telegram a 130 euro. Sequestrati 10 canali, si cercano gli acquirenti

03 Luglio 2021 - 08:04 Giada Giorgi
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Il nucleo speciale Privacy e Frodi tecnologiche della guardia di finanza di Milano ha scoperto il business criminale: pacchetti all-inclusive venduti a 100-130 euro da account anonimi e pagamenti in criptovalute

Ora il dark web punta anche sul Green Pass. A pochi giorni di distanza dal via libera alla carta verde che permette di tornare a viaggiare in tutta Europa senza restrizioni, l’indagine del nucleo speciale Privacy e Frodi tecnologiche della guardia di finanza di Milano ha scoperto un giro di Green pass e vaccini falsi venduti su Telegram a un prezzo che oscillava tra i 100 e i 130 euro. I finanzieri hanno sequestrato ben 10 canali differenti attraverso i quali i prodotti venivano commercializzati con la registrazione di migliaia di utenti interessati all’acquisto. Foto di certificati verdi e di fiale hanno attratto i clienti sul market place illegale. Da lì la compravendita di pacchetti “all-inclusive” a prezzi irragionevoli e grossi rischi per la salute.

Il business criminale

Attraverso un monitoraggio in tempo reale dei 10 canali, il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e i pm Bianca Maria Baj Macario e Maura Ripamonti, alla guida dell’inchiesta, hanno scoperto un business criminale più che avviato. I profili rinviavano ad account anonimi attraverso i quali era possibile contattare i venditori e accordarsi per l’acquisto di Green pass più vaccino. Il pagamento doveva essere effettuato in criptovalute, avendo garantiti assoluto anonimato, tracciabilità della spedizione, imballaggio a temperatura refrigerata come i vaccini richiedono e certificazione di avvenuta vaccinazione. Tra offerte speciali e pacchetti tutto incluso si procedeva allo scambio con il cliente a cui veniva consegnato il Green pass con i falsi dati identificativi del vaccinato, il Qr code utile ai controlli in aeroporti e frontiere e il numero del lotto di origine della prima e della seconda dose di vaccino. Un mercato che, secondo quanto pubblicizzato dagli stessi venditori, si estendeva anche fuori dall’Unione europa, in particolare in Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.

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