Euro 2020, Jorginho porta gli Azzurri in finale! Chiesa e Donnarumma cruciali – Il PagellOpen di Italia-Spagna

Il centrocampista del Chelsea ci porta in finale. Ma grazie alla parata di Donnarumma e soprattutto al gol di Chiesa

Gli Azzurri di Roberto Mancini accedono alla finale di Euro 2020 superando una brillante Spagna. A Wembley è 5 a 3 grazie a Jorginho, che segna dal dischetto l’ultimo rigore.


Le pagelle degli Azzurri

G. Donnarumma, 7,5: I suoi interventi nel primo tempo valgono gol. Ferma Olmo ed è pronto sulle palle alte. Eccellente la prova ai rigori. È anche merito suo se andiamo in finale.


G. Di Lorenzo, 6: Gioca una partita attenta, senza creare scompensi in fase difensiva. Utile in fase di costruzione, che però non parte mai da lui sull’esterno. Sufficienza piena per il terzino del Napoli.

G. Chiellini, 6,5: Prestazione nella media per il capitano azzurro. È attento in fase di copertura e lotta per arginare gli attacchi spagnoli. Decisivo su Morata.

L. Bonucci, 7: In coppia con Chiellini riesce a controllare gran parte delle situazioni. Sul gol di Morata subisce la velocità di palleggio del compagno di club con Olmo. Salva su Llorente, ma è mancato in fase di costruzione dal retro fino a quando non si fa perdonare. Proprio con i piedi mette dentro un rigore difficile. E lo fa spiazzando il portiere.

Emerson, 6 (sost. 74′ Toloi 6): Gioca una partita da subentrato, ma dimostra di essere all’altezza del ruolo giocando ancora una volta con abbastanza precisione. I suoi spunti nel primo tempo permettono all’Italia di tenere un pò di coraggio dopo le incursioni spagnole. Esce al posto di Toloi, che tiene bene il gioco spagnolo.

N. Barella, 5,5 (sost. 85′ M. Locatelli, 5,5): Partita di sostanza più che di qualità. Quella del sardo è una prestazione senz’altro utile, considerando i raddoppi degli avversari sui centrocampisti azzurri. Molto stanco, viene sostituito per Locatelli. Il giocatore del Sassuolo, invece, ha poca incisività: inoltre la sua prestazione è macchiata, purtroppo, dal rigore sbagliato. Che comunque tira solo chi ha il coraggio di presentarsi al dischetto.

Jorginho, 7,5: Mantiene un pò di più la stamina rispetto ai due colleghi di reparto. Tuttavia, anche lui è interdetto al gioco per via del pressing delle Furie Rosse. Oltre la sufficienza perché ha dimostrato poca resistenza fisica in più nel mezzo rispetto ai colleghi di reparto. Poi, tiene duro e arriva al rigore decisivo con tanta stanchezza, ma pure molto coraggio. Ha del fegato, oltre che a un talento indiscutibile, e lo mette tutto in quel rigore che ci porta in finale. Tra i migliori in campo.

M. Verratti, 5,5: La sua è una partita difficile. Gli spagnoli lo puntano insieme ai colleghi di reparto e spesso lo trovano. La sua abilità in possesso, però, gli permette di mantenere alta la vitalità azzurra, soprattutto quando occorre tenere la palla. Sostituto per Pessina, alla ricerca.

F. Chiesa, 7: Corre, cerca e trova il terzo gol in questo Europeo grazie a uno spunto che conferma le sue qualità. Terza rete per lui in questo Europeo. Viene sostituito nonostante avesse chiesto a Mancini di lasciarlo in campo. Benissimo.

L. Insigne, 6- (sost. 85′ A. Belotti 6+): Gioca per la squadra, prova i tocchi di prima per avere velocità in fase di costruzione. Si spende molto ma non è molto aggressivo nelle conclusioni. Lo sostituisce Belotti. Che lavora molto in campo e mette un rigore rischiosissimo alle spalle del portiere spagnolo

C. Immobile, 6: Bisogna considerare che l’Italia non gioca come la Lazio, dove Immobile è riferimento ed espressione finale di un gioco che gli è valsa la scarpa d’oro. Qui il suo lavoro è diverso, per certi versi più sporco: deve tenere il pallone, creare superiorità e appoggiare quando possibile. E non è facile, soprattuto contro la Spagna. Ma l’attaccante partenopeo lo fa egregiamente, pur mancando nei tempi nel primo tempo. In questo senso, la sua prestazione è più che sufficiente e la lotta per cercare di far rimanere il pallone vale il voto perché permette a Chiesa di giocare la palla e di portare al vantaggio azzurro.

R. Mancini, 8: A livello tattico trova pane per i suoi denti perché Luis Enrique sa di calcio e riesce a far giocare i suoi ragazzi bloccando il centrocampo e i flussi di gioco azzurri dal retro. Tuttavia, al netto della tensione, riesce a mantenere la calma a squadra cambiata per assetto dopo il vantaggio. Infatti da quel momento l’Italia che doveva proteggere un vantaggio con un gol di scarto si ritrova a doversi riproporre in avanti dopo il pareggio. Sceglie bene i tiratori e scrive i nomi che ci portano in finale. Mancini è il migliore in campo, seppure seduto in panchina, perché ci ha ridato lo spirito e la bellezza di vivere una partita di calcio in un certo modo, collettivo e appassionato. Come la sua selezione.

Grafica di copertina: Vincenzo Monaco

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