Nuovo decreto Covid, le Regioni spingono per la zona gialla oltre il 15% sulle terapie intensive. Green pass anti-chiusure per i ristoranti

Dalla Conferenza delle Regioni riunitasi oggi, 20 luglio, continuano ad emergere importanti dettagli sulle possibili decisioni dell’esecutivo

Nelle ore in cui l’esecutivo è a lavoro sui nuovi indicatori Covid che già dalla prossima settimana potrebbero decidere i nuovi colori delle Regioni, si fanno larghe nuove ipotesi di decisione. Da quanto si apprende dal tavolo aperto tra ministero della Salute, Regioni e Istituto Superiore di Sanità, le nuove soglie massime di occupazione dei posti letti negli ospedali potrebbero essere del 15% per le terapie intensive e del 20% per i ricoveri nei reparti ordinari. Percentuali oltre le quali si parlerebbe di un superiore livello di rischio e dunque di un passaggio in zona gialla. A proposito di zone, la richiesta delle Regioni, riunitesi oggi in Conferenza, è anche quella di ridurre il numero delle aree di rischio da 4 a 3, «con una maggiore flessibilità nella valutazione dei parametri nelle piccole Regioni». Tra le proposte dei presidenti anche quella di fissare a 150 tamponi ogni 100 mila abitanti il numero minimo di test da effettuare ogni giorno, «considerando il numero dei vaccinati nelle Regioni». Tra nuove soglie e meno tamponi da elaborare, sembrerebbe rimanere confermata la massima priorità riconosciuta al criterio dei ricoveri, che sorpassando Rt e tasso di incidenza, potrebbe diventare la principale bussola dei livelli di rischio. Tutte Ipotesi importanti che potrebbero trovare la strada definitiva nel prossimo decreto Covid, in vigore con tutta probabilità dal prossimo 26 luglio.


Intanto la Conferenza delle Regioni si è riunita anche sul discusso tema del green pass allargato. La proposta emersa è quella di introdurre l’obbligo di carta verde per grandi eventi e discoteche al fine di permetterne la riapertura. In quanto ai ristoranti al chiuso, l’uso del pass potrebbe riguardare solto le aree al di fuori della zona bianca. Misura che soprattutto nel prossimo autunno, servirebbe ad evitare nuove chiusure. La discussione però non sembra essere finita qui. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha chiesto di riunire nuovamente la Conferenza delle Regioni sugli stessi temi. La riunione è stata convocata per domani 21 luglio alle ore 9 e precederà l’incontro Stato- Regioni.


Le paura delle Regioni di perdere la zona bianca

Le soglie massime di cui parlano le fonti, rappresentano un compromesso al rialzo rispetto a quanto si era ipotizzato nelle ultime ore. Nel primo scenario trapelato, il tetto massimo per le ospedalizzazioni in rianimazione era pari al 5% del numero totale di posti letto disponibili, e al 10%  per la degenza nei reparti ordinari. Un quadro considerato troppo restrittivo dalle Regioni, timorose di dover presto abbandonare le loro zone bianche. Ad anticipare la posizione, era stata la vice presidente di Regione Lombardia e assessora al Welfare Letizia Moratti, che in occasione della visita al Policlinico di Milano, aveva detto: «Avanzeremo una richiesta di aumento rispetto a quello che è stato previsto fino ad adesso in cabina di regia», proponendo «il 15% e il 20%, la metà di quello che era previsto fin ora». Il riferimento di Moratti è alle soglie che fino a questo momento hanno regolato la valutazione dell’andamento dei ricoveri: 30% per le terapie intensive e 40% per i reparti ordinari. Intanto il bollettino nazionale degli ultimi giorni sui dati Covid in Italia continua a riportare un progressivo aumento dei ricoveri, con una media del 2,3% di occupazione dei posti letti. Cifre ancora gestibili ma che, insieme a quelle dei nuovi positivi, potrebbero subire un ulteriore pericoloso aumento.

Leggi anche: