Estate tutta in zona bianca, come cambiano i colori delle Regioni: così Sicilia, Sardegna, Veneto e Lazio evitano di chiudere

Sarà più difficile per le Regioni cambiare colore con le nuove disposizioni del decreto Covid. A pesare già da lunedì 26 luglio saranno i ricoveri, per il momento lontani dalle soglie di guardia

I numeri sempre più alti di contagi scanditi dal bollettino quotidiano del ministero della Salute non devono preoccupare più come prima. Con il nuovo decreto Covid approvato d’urgenza ieri dal Consiglio dei ministri, cambiano le regole per il cambio dei colori delle Regioni con i fari puntati più sugli ospedali che sugli esiti dei tamponi. Una novità spinta dalla copertura crescente della campagna vaccinale, grazie alla quale i ricoveri nei reparti Covid e nelle terapie intensive sono rimasti ben al di sotto dei livelli di guardia. Senza le nuove misure contenute nel decreto, il monitoraggio di oggi del ministero avrebbe rischiato di portare sin da lunedì 26 luglio in zona gialla almeno quattro Regioni. Gli indicatori sui nuovi casi vedono Sicilia, Sardegna, Veneto e Lazio vicini a lasciare la zona bianca, con un’incidenza superiore a 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti. Avrebbe significato il ritorno delle restrizioni in piena estate, con il divieto ad esempio di tavolate superiori a quattro persone al ristorante.


Le nuove regole per la Regioni sul cambio dei colori: come si passa in zona gialla, arancione e rossa

Agenzia Vista | Il premier Mario Draghi durante la conferenza stampa per il nuovo decreto Covid

Le nuove disposizioni prevedono invece che, per passare in zona gialla, le terapie intensive di una Regione si siano riempite oltre il 10%, per i reparti Covid oltre il 15%. Il passaggio in zona arancione invece è stato fissato con il 20% per i ricoveri gravi e il 30% per quelli ordinari. In quello scenario scatterebbe il divieto di sedersi al tavolo nei bar e ristoranti, obbligati a sfruttare il solo servizio d’asporto. Il decreto prevede poi che la zona rossa scatti quando saranno piene le terapie intensive per il 30%, 40% per i reparti Covid. Livelli che confrontati con la situazione attuale degli ospedali in tutte le Regioni hanno spinto il premier Draghi a rassicurare su un’estate che sta proseguendo tranquilla e allo stesso modo può andare avanti. In media a livello nazionale, l’occupazione dei posti letto da parte dei malati Covid è del 2% secondo l’Agenas, l’agenzia dei servizi sanitari regionali. Solo cinque Regioni superano il 3%, cioè Toscana, Lazio, Calabria, Sicilia e Liguria. Altre sette invece non hanno pazienti ricoverati in area critica.

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