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Monitoraggio Iss, l’età media dei contagiati è 27 anni. Rezza: «Terza dose di vaccino? Forse a fragili e immunodepressi»

30 Luglio 2021 - 16:20 Redazione
I contagi settimanali sono passati da 41 ogni 100mila abitanti a 58, in soli sette giorni. Incremento del numero dei ricoverati. Variante Delta al 95%

I contagi da Coronavirus non accennano ad arrestarsi: sono 3845 i comuni in cui si rileva almeno un caso, quasi 900 comuni in più rispetto alla scorsa settimana, sottolinea il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia. «L’infezione sta crescendo in molti Paesi europei e anche nel contesto italiano», ha detto Brusaferro, specificando che la circolazione del virus avviene soprattutto nelle fasce più giovani, tra 10 e 29 anni. «L’età media di chi contrae l’infezione è di 27 anni e la maggioranza dei casi che si sviluppano sono autoctoni, cioè si generano nella stessa regione». Per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto ospedalieri, spiega il presidente dell’Iss, «segna una crescita ma contenuta mentre l’incidenza in molte aree è sopra i 50 casi per 100 mila abitanti, critica per il tracciamento. Inoltre l’Rt proiettato per la prossima settimana mostra una stabilizzazione: è un dato da confermare ma siamo comunque sopra la soglia epidemica, e cresce Rt ospedaliero. Siamo in una fase in cui dobbiamo muoverci con grande prudenza». Brusaferro ha detto che «anche contro la Delta il primo e più importante antidoto è completare il ciclo vaccinale. La vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di contrarre infezione, di ospedalizzazione e morte e questo vale per tutte le fasce di età e per tutti i vaccini». Da qui, spiega Brusaferro, l’importanza di completare il ciclo vaccinale, «perchè il ciclo completo è estremamente efficace nel ridurre anche le possibilità di contrarre l’infezione».

Rezza: «Valutare i tempi per le persone fragili»

A proposito di ciclo vaccinale completo, in conferenza stampa l’epidemiologo Gianni Rezza ha detto che «nel giro di un mese bisognerà decidere chi vaccinare e in quali tempi con la terza dose: è una decisione che va meditata bene ma probabilmente le persone più fragili e immunodepresse avranno una terza dose ma non abbiamo ancora deciso quando». Sulla terza dose c’è indecisione, ha ammesso Rezza, «perché non ci sono ancora evidenze forti per poter dire che la faremo a tutti piuttosto che ad alcuni». Alcuni Paesi – ha detto l’epidemiologo – «ci hanno scommesso come Israele e Gb che sta programmando una campagna d’autunno cominciando dai più fragili. Probabilmente gli immunodepressi potranno essere rivaccinati con un richiamo. Per quanto riguarda gli altri fragili e operatori sanitari c’è una discussione ma ancora non si è arrivati a una decisione». Rezza ha detto in conferenza stampa che c’è una forte adesione alla campagna vaccinale da parte dei giovani «ed è un dato molto importante. Sono, infatti, i ragazzi a trainare di più l’infezione».

Sale ancora l’Rt: un infetto contagia più di una persona e mezza

Sale ancora l’indice Rt nazionale, ovvero il parametro che misura la trasmissibilità del Coronavirus. Nel monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità di oggi, 30 luglio, il suo valore risulta essere pari a 1,57. Tradotto? Un infetto contagia, potenzialmente, più di una persona e mezza. La rilevazione della scorsa settimana aveva fissato il parametro a 1,26, quella di due settimane fa a 0,91. Cresce anche il dato relativo all’incidenza, passato dai 41 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti ai 58 segnalati negli ultimi sette giorni. La crescita dei parametri inizia a destare allarme, ma dall’Iss sottolineano anche che nessuna Regione e Provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica, nonostante i ricoveri siano aumentati. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è stabile al 2%, con una lieve crescita del numero dei pazienti degenti: il 20 luglio erano 165, oggi sono 189. C’è invece un incremento di un punto percentuale del tasso di occupazione delle aree mediche Covid, passate al 3% dal 2% della settimana precedente. Il 17 luglio i ricoverati non in rianimazione sono 1.611, sette giorni fa erano 1.194.

Venti Regioni e Province autonome a rischio moderato, parametri ospedalieri più alti al Sud

Secondo le valutazioni dell’Iss, sono 20 le Regioni e Province autonome classificate, adesso, a rischio moderato. Solo il Molise, in Italia, viene considerato a rischio basso. Nella bozza del monitoraggio, si legge che 17 Regioni e Province autonome riportano allerte di resilienza. Nessuna, invece, riporta molteplici allerte di resilienza. Sono le Regioni del Sud ad avere i parametri ospedalieri più elevati al 27 luglio. Sicilia, Calabria e Campania hanno un tasso di occupazione nelle aree mediche rispettivamente dell’8%, del 6,6%, e del 4,9%. Sicilia, Sardegna e Lazio hanno, nello stesso periodo, un valore di occupazione delle terapie intensive rispettivamente del 4,7%, del 4,2% e del 3,7%. Per quanto riguarda, invece, l’incidenza su 100mila abitanti nella settimana del 23-29 luglio, sono Sardegna, Toscana e Lazio le regioni in testa, rispettivamente con 136,2, 94,5 e 87,5.

Accelerare la vaccinazione per limitare la circolazione delle varianti

Nella bozza del monitoraggio settimanale dell’Iss viene sottolineata la necessità di accelerare i tempi per raggiungere una elevata copertura vaccinale e di completare i cicli di vaccinazione. Al momento, il farmaco biologico è l’arma migliore per prevenire ulteriori recrudescenze nella circolazione del virus, sostenuta dalle varianti. La Delta, ormai, è diventata prevalente in Italia e continua a essere in un aumento tra la popolazione. «In Italia al 20 luglio la prevalenza della variante Delta era del 94,8%, in forte aumento rispetto alla indagine del 22 giugno, con valori oscillanti tra e singole regioni tra 80% e100%», ha rilevato l’ultima indagine rapida sulle varianti dell’Iss. Poiché ha portato a una crescita dei contagi anche nei Paesi con alta copertura vaccinale, l’Iss evidenzia l’opportunità di riprendere un’attività di tracking capillare dei casi e di procedere al loro sequenziamento.

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