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Perché anche per le donne in gravidanza è consigliato il vaccino contro Covid-19

12 Settembre 2021 - 13:25 Redazione
Due donne incinte su tre non si sono vaccinate per paura: aumentano i ricoveri di mamme in gravi condizioni. Da quando è scoppiata la pandemia, è raddoppiato il numero di nati prematuri

Nei reparti Covid, ordinari e di rianimazioni, entrano sempre più donne incinte. Il motivo? Il timore che sottoporsi a vaccinazione durante la gravidanza possa essere rischioso. Il risultato è che gestanti su tre, in Italia, non hanno l’immunità vaccinale e, per questo, sono più esposte ai rischi del Coronavirus. Le conseguenze del contagio, poi, impattano anche sui bambini che portano in grembo: «Dall’inizio della pandemia, solo da noi sono stati 480 i nati prematuri e il tasso di parti prematuri è raddoppiato, dal 7 al 13%», dice a Repubblica Francesco Raimondi, professore del reparto di neonatologia e di terapia intensiva neonatale del Policlinico Federico II di Napoli. «Abbiamo salvato un bambino che pesava 2,6 chili ed era di 35 settimane e purtroppo crescerà senza la mamma. Ma qualche giorno fa ne abbiamo perso un altro: se nasci a 24 settimane e pesi un chilo è difficile sopravvivere. Che rabbia!». Anche per scongiurare l’incremento dei parti cesarei operati anzitempo, i ginecologi italiani hanno fatto pressione sul ministero della Salute affinché emettesse una circolare in cui chiarisse la non pericolosità del vaccino in gravidanza.

L’effetto indesiderato della circolare ministeriale

Ma questa non si è rivelata sufficiente per persuadere le mamme e i loro medici in giro per il Paese. In primo luogo perché, nel documento ministeriale dello scorso 4 agosto, non viene consigliata la somministrazione del farmaco biologico, ma il dicastero si limita a dire che «la vaccinazione non è controindicata in gravidanza». E c’è una bella differenza tra l’incentivo all’adesione alla campagna vaccinale e la semplice assenza di controindicazioni. In secondo luogo perché basta una «valutazione del medico» per rinviare la somministrazione del vaccino alla donna in gravidanza, alla quale verrà rilasciato «un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione». L’effetto indesiderato di questa prassi è stato che diversi medici che hanno in cura le gestanti, per non assumersi la responsabilità di eventuali reazioni avverse al vaccino, hanno optato per rimandare la vaccinazione delle proprie pazienti o, quantomeno, non le hanno invogliate a farsi inoculare il farmaco anti-Covid durante il periodo prenatale.

«Occorre una indicazione chiara per dire che immunizzarsi è urgente e necessario»

«Io mi sento colpevole per avere urlato poco ed è vero che molti colleghi, probabilmente per paura di assumersi delle responsabilità, non hanno consigliato alle gestanti di vaccinarsi. Ma davanti a decine di ricoveri al giorno non si può essere timidi. Non basta – come ha fatto il ministero – dire che il vaccino non è controindicato, occorre una indicazione chiara per dire che immunizzarsi è urgente e necessario». Antonio Chiantera, presidente della Società italiana di ostetricia e ginecologia, lancia un appello alle donne in attesa: «Fatelo per voi e per i figli che aspettate. Ci sono due vite umane che si nutrono e si ossigenano. Se la madre ha problemi respiratori gravi anche l’altra vita ne risentirà. Il Covid è un grosso rischio per la gravidanza. Passato il terzo mese, tutte le donne incinte devono vaccinarsi, anche chi allatta o chi programma una gravidanza. Oggi qualcosa finalmente si muove, stanno partendo le prime campagne ma assistiamo ancora a un grande sbandamento e gli ospedali sono pieni di migliaia di gestanti ricoverate, tantissime intubate e di bambini prematuri di difficile assistenza».

Muore di Covid a 28 anni dopo il parto: non era vaccinata

La sollecitazione di Chiantera richiama la vicenda di Palma Reale, morta di Covid-19 dopo aver partorito il quarto figlio. Sia lei che suo marito non erano vaccinati. A 28 anni, è deceduta a pochi giorni dal parto cesareo: poco dopo aver dato alla luce il neonato è entrata in terapia intensiva poiché la saturazione dell’ossigeno è scesa al 62 per cento, con un polmone è risultato compromesso irrimediabilmente. Adesso, il marito – Alfonso Vozza – si trova in isolamento domiciliare: anche lui è risultato positivo al Sars-CoV-2, insieme alle tre figlie della coppia.

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