La piattaforma allestita dal ministero per il controllo del Green pass all’ingresso delle scuola ha superato la prima prova: il 13 settembre, giorno in cui la maggior parte delle Regioni italiane ha dato avvio al nuovo anno scolastico, 4.500 istituti hanno riaperto le porte agli studenti. Il sistema per verificare che personale scolastico e genitori accompagnatori abbiano il certificato digitale «è attivo dalle 7», ha comunicato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, «e ci sono state oltre 900 mila verifiche». Le scuole dove l’uso della piattaforma non è ancora partito hanno provveduto al controllo utilizzando i metodi di verifica in uso nelle altre attività che si svolgono al chiuso. «Tutto ieri abbiamo provato la piattaforma un’ultima volta – ha aggiunto Bianchi -. Questo è un Paese che sa fare cose che funzionano, tutti me la stanno domandando in giro per l’Europa». Non credeva al successo dell’app il presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio, Mario Rusconi: «Incredibile, ma vero, la piattaforma funziona», ha commentato subito dopo la chiusura dei cancelli. Il tempo di risposta del sistema per il controllo dei Green pass a scuola è risultato in media di un secondo nel 95% dei casi in cui la piattaforma è stata interrogata nei vari istituti.
Milano e le altre grandi città: nessun intoppo
Non ci sono stati intoppi rilevanti, dunque, nel giorno del rientro in aula per circa quattro milioni di studenti. Ingressi scaglionati, dispositivi di protezione personale e un po’ di pazienza per il rodaggio delle nuove misure. A Milano, fuori dal liceo scientifico Volta, già di prima mattina, si vedevano i bidelli schierati alle porte d’accesso al plesso, armati di tablet per la verifica del certificato verde. Nessuna coda, nessuna protesta individuale o collettiva: «Penso che sia giusta l’introduzione del Green pass, ripartiamo con fiducia – ha dichiarato all’Ansa Daniela Aloni, insegnante di Scienze motorie -. Quest’anno sarà migliore perché la maggior parte di noi è vaccinata, qua non ci sono casi di prof non vaccinati». Dato che trova conferma nelle parole del preside del Volta, Domenico Squillace: «Non ci sono state proteste per l’introduzione del Green pass da parte del personale. Qui il 99% delle persone hanno il vaccino – ha spiegato -. Abbiamo solo due persone tra il personale in tutta la scuola senza green pass, uno per motivi di salute e un altro per un motivo burocratico. Tra gli studenti è vaccinato oltre il 60%».
Come in altre scuole di Milano, in questo liceo il 60% degli ingressi dei ragazzi è entrato in classe alle 8, il restante 40% alle 9.30. «Qui c’è un’ aria molto rilassata e finalmente distesa per il ritorno a una certa normalità – ha commentato Fabrizio Di Pietro, docente di storia e filosofia -. Quest’anno siamo molto più ottimisti e abbiamo anche molti più elementi per esserlo». Alle scuole elementari di via Felice Casati, sempre in zona Nord-Ovest a Milano, i genitori sono quasi tutti contenti di mostrare il Green pass per accompagnare i propri figli all’interno dell’istituto. «È giusto che ci sia un controllo sugli adulti – ha detto uno di loro subito dopo aver lasciato sua figlia -, mi rende più tranquillo». Una mamma ha spiegato di essere molto favorevole alla misura «perché stiamo lavorando per una società che deve uscire il prima possibile da questa pandemia». A Roma e nelle altre grandi città non sono state segnalate situazioni diverse da quelle milanesi. Nella Capitale, ad esempio, al Convitto di Prati – circa 2 mila studenti – i ragazzi hanno rispettato gli ingressi scaglionati. All’asilo Montessori di via dei Marsi, dove i genitori hanno accompagnato nel cortile i bambini prima di affidarli agli insegnanti, nessuna reticenza nel mostrare il Green pass.
Il problema delle classi pollaio
Se nella maggior parte dei casi non si sono verificati particolari inciampi per la ripresa dell’anno scolastico, da alcune città arrivano notizie di piccole sacche di riluttanza alle norme anti Coronavirus. A Potenza alcuni docenti privi di Green pass non sono stati ammessi sul luogo di lavoro: non sono scatti ancora «provvedimenti» a loro carico, ha fatto sapere la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Claudia Datena, ma se la situazione dovesse protrarsi per più di cinque giorni, incorreranno in una sanzione amministrativa – da 400 a 1000 euro – e nella sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Da Fabriano ha fatto scalpore la lettera aperta della docente Roberta Salimbeni, no Green pass che va incontro verso la sospensione. La certificazione verde, ha scritto, sarebbe «pericolosa» perché crea «sospetto, paura e rancore tra persone» che invece «dovrebbero essere tra loro solidali e unite». Ma la questione più spinosa per la ripresa dell’anno scolastico resta quello delle classi pollaio, dove garantire il distanziamento tra ragazzi e insegnanti è praticamente impossibile.
A Pescia, nella scuola primaria Simonetti, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, i genitori stanno facendo pressione sulla preside Gabriella Nannini affinché non si formi un’unica classe di scuola elementare. Per mancanza di organico, la dirigente sembrerebbe non avere alternative se non quella di accorpare due classi di 13 alunni ciascuna e mettere nella stessa aula 26 bambini. In Liguria, ha segnalato Cisl scuola, le classi cosiddette pollaio sono 340. Le organizzazioni studentesche, tra cui la più attiva sembrerebbe quella del Fronte gioventù comunista, stanno organizzando diverse mobilitazioni contro le classi pollaio piuttosto che contro il Green pass.
«Il ministro dell’Istruzione Bianchi ha dichiarato recentemente che le classi sovraffollate sono meno del 3%, la realtà però è ben diversa. Secondo i criteri del ministero una classe non è considerata sovraffollata se ogni studente ha più di due metri quadri a disposizione, uno spazio insignificante, tanto che non stupisce se l’anno scorso sono stati circa 216.000 unità gli studenti contagiati e più di 1.4 milioni quelli posti in quarantena», ha dichiarato Simon Vial, responsabile scuola del Fronte gioventù comunista. «Vogliamo classi da 15 persone per garantire la salute e la qualità della didattica», ha concluso, annunciando uno sciopero degli studenti per il prossimo 11 ottobre, la stessa data dello sciopero generale dei lavoratori indetto dai sindacati di base.
Leggi anche: