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«Il Regno Unito caccerà tutti gli italiani non in regola. Se non vanno via da soli ci penseranno le forze di sicurezza»

25 Settembre 2021 - 07:07 Redazione
kevin foster
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Kevin Foster, viceministro con delega all'immigrazione: chi non ha ottenuto il permesso di soggiorno in Gran Bretagna deve cominciare a fare la valigie

Kevin Foster, vice ministro dell’Interno del Regno Unito con delega all’immigrazione e vice della titolare del dicastero Priti Patel, in un’intervista a la Repubblica oggi annuncia che Londra espellerà tutti i cittadini europei (e quindi anche gli italiani) che non sono in regola. «I cittadini europei», e dunque anche italiani, «che non hanno ottenuto uno status di permesso di soggiorno (il “Settlement Scheme” nell’ambito degli accordi Brexit, ndr) devono iniziare a fare le valigie», dice Foster al quotidiano. «Ci aspettiamo che queste persone, rimaste illegalmente nel Regno Unito, se ne vadano volontariamente. Altrimenti, le forze di sicurezza (Immigration Enforcement) faranno in modo di assicurare la loro partenza». Non si sa quanti siano questi europei irregolari: fonti dell’Home Office parlano di «un piccolo numero di cittadini già espulsi». Ma ufficialmente non vengono fornite cifre.

Il Regno Unito ha concesso 5,4 milioni di permessi di soggiorno a cittadini europei (di questi 2,8 milioni permanenti) residenti Oltremanica prima dello scorso 31 dicembre. Ma dallo scorso giugno si è chiusa la finestra per la regolarizzazione. Ora sono rimasti solo i ricorsi e l’attesa di coloro che attendono ancora un responso («la stima è di 400 mila”», dice Foster). I 145 mila che hanno presentato domande nel frattempo respinte invece devono andare via. «I cittadini britannici ci hanno chiesto così (con la Brexit, ndr), ma farebbe lo stesso il governo italiano verso coloro che non hanno il diritto di rimanere o che hanno commesso reati». E per Foster nulla cambierà anche se il Regno Unito si trova attualmente con una carenza di manodopera: «No, non ci sono piani in tal senso. Questo problema non è causato dal nostro sistema di immigrazione “a punti”, anche perché è così in tutta Europa. L’immigrazione incontrollata non è la soluzione».

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