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Bologna, la studentessa senza Green pass torna in aula: «Violate la Costituzione». Gli studenti chiamano la polizia

14 Ottobre 2021 - 16:09 Maria Pia Mazza
La studentessa si è presentata in aula con altri universitari contrari all'obbligo di certificazione verde negli atenei. E ancora una volta la lezione è stata sospesa

La studentessa dell’Università di Bologna No Green pass che nei giorni scorsi non ha abbandonato l’aula, causando l’interruzione della lezione di Psicologia cognitiva, oggi è tornata nelle aule dell’ateneo bolognese per denunciare gli insulti e le minacce subite dopo che il video di un suo intervento in piazza contro la certificazione verde Covid è diventato virale nei giorni scorsi. Questa volta, la studentessa del gruppo “Studenti Unibo contro il Green pass” si è presentata accompagnata da una ventina di altri universitari, tutti contrari all’obbligo di Green pass negli atenei italiani. A riportarlo è Repubblica Bologna. Durante la lezione, la studentessa ha interrotto nuovamente la lezione di Psicologia cognitiva, accusando i professori di «violazione della Costituzione». Gli studenti del corso hanno chiamato la polizia per farla allontanare e riprendere la lezione. La docente titolare del corso, Luisa Lugli, nei giorni scorsi aveva riferito che contro la giovane studentessa, in aula, non c’era stato «nessun insulto e nessuna aggressione», e che «era la prima volta che si presentava a lezione».

La difesa della madre

A prendere le difese della giovane si è unita anche la madre della studentessa, che all’Ansa ha spiegato che «Silvia si è sentita braccata in aula e ora è insultata via social». La madre della giovane ha raccontato che la figlia è stata vittima di «aggressioni violente e inaspettate ricevute dai compagni di scuola e sui social» ed è «molto provata». «Si è sentita braccata – ha aggiunto la madre dell’universitaria bolognese -. La professoressa le ha puntato il dito contro e adesso sui social si è scatenato il finimondo. Per noi questi controlli sono anticostituzionali e così la pensano gli studenti del gruppo di cui fa parte».

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