La difesa di Castellino: «Nessuna manifestazione non autorizzata, la polizia ci ha scortato fino alla Cgil»

La versione del leader romano di Forza Nuova: «La polizia era in testa al corteo, abbiamo parlato più volte con i funzionari»

Il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, si difende dall’accusa di devastazione e saccheggio della sede nazionale della Cgil. E lo fa toccando un punto che potrebbe risultare delicatissimo persino per il Viminale, già messo sotto accusa dal centro destra tutto. Sabato pomeriggio, dopo il suo appello dal palco «andiamo ad occupare la Cgil» non solo ci sarebbe stata una trattativa con il funzionario di pubblica sicurezza presente a piazza del Popolo. La polizia avrebbe addirittura accettato, almeno in un primo momento, di lasciar muovere il corteo verso corso Italia. «La polizia era in testa alla manifestazione, abbiamo parlato più volte con i funzionari» dice il militante dell’estrema destra.


Durante il percorso sarebbe salita la tensione, dice, facendo riferimento alle immagini mostrate anche sabato dei No Green pass che invadono villa Borghese, lo storico giardino del centro di Roma che congiunge piazza del Popolo alla zona della sede sindacali. Tensioni, è la versione di Castellino, che però non sono arrivate al punto di bloccare la manifestazione. Una volta all’ingresso di Corso Italia, il neofascista dice di aver «chiesto di vedere il segretario Landini che ha firmato l’accordo sull’obbligo di Green pass». I verbali di polizia raccontano toni ben diversi con vere e proprie minacce come «portatecelo, sennò andiamo a prenderlo noi». Poi il cordone di polizia forzato anche se, è la linea difensiva, dopo l’ingresso delle forze dell’ordine i manifestanti sarebbero usciti in pochi minuti.


Gli interrogatori si sono conclusi attorno alle 13. Entro il pomeriggio, il gip di Roma che valuta il caso deciderà se confermare il carcere per Castellino, Roberto Fiore e gli altri. Ma se fosse dimostrato che la manifestazione verso la Cgil era stata autorizzata in piazza le conseguenze potrebbero essere politiche più che giudiziarie. Di certo agli atti dell’inchiesta si ammette che l’ex Nar Luigi Aronica aveva chiesto ai funzionari di autorizzare il corteo. Secondo la ricostruzione della Digos, però, si sarebbe trattato di una mossa diversiva, per prendere tempo, dopo che il corteo si era già mosso. Ora sarà importante la valutazione del gip.

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