Alcuni dati rubati nell’attacco hacker contro la Siae sarebbero già finiti nel dark web, mentre gli hacker avrebbero cominciato a ricattare i primi artisti. La procura di Roma ha aperto un’indagine per tentata estorsione e accesso abusivo a sistema informatico, dopo l’attacco subito dalla Siae qualche giorno fa. Secondo le prime verifiche dalla polizia postale, gli hacker avrebbero già diffuso sul dark web dati anagrafici e carte di identità di alcuni degli artisti coinvolti nel furto di informazioni. Gli hacker – che sono riusciti a entrare nel sistema di Siae, Società italiana degli autori ed editori – hanno fatto sapere di volere un riscatto di ben 10 mila euro in Bitcoin per ogni singolo artista entro oggi, 22 ottobre, come scrive l’Agi.
Una cifra enorme se si considera che Siae gestisce i diritti d’autore di migliaia di artisti a cui gli hacker, proprio in queste ore, avrebbero inviato un sms con su scritto: «Abbiamo informazioni, paga». Quello che è stato sottratto, in base alle prime informazioni, è un archivio da 60 GB di dati contenente informazioni sensibili di ogni tipo, dalle carte d’identità alle patenti, dalle tessere sanitarie agli indirizzi di residenza degli artisti. Si tratterebbe di 28 mila documenti. E non è chiaro se questi dati siano già stati messi in vendita: secondo Agi solo «una piccola parte di questi» al momento «è stata già pubblicata nel dark web».
Dal canto suo Siae, in base alle informazioni raccolte, ha informato i propri associati che «un gruppo criminale ha effettuato la copia di taluni file presenti nel sistema documentale della società, prevalentemente file pdf». Non appena avuta la notizia, Siae «ha bloccato l’utenza» e ha messo in atto «altre misure rafforzative di sicurezza con il coinvolgimento di primarie società di cyber security come Feedback e da domani anche Leonardo, azienda di assoluto livello e di indiscussa capacità nella gestione degli incidenti di sicurezza». Infine, la società ha sottolineato la «particolare capacità criminale degli aggressori già noti alle forze dell’ordine».
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