Facebook non userà più il riconoscimento facciale. È pronto a cancellare un miliardo di volti in archivio

La scelta non si limita a eliminare il servizio: Menlo Park cancellerà anche l’archivio di un miliardo di “faceprint” accumulato negli ultimi anni

Continuano i passi indietro. A giugno 2020 Ibm ha annunciato che non avrebbe più lavorato a sistemi di riconoscimento facciale dedicati ai programmi di sorveglianza di massa. A maggio 2021 Amazon ha deciso di impedire l’uso del suo sistema di riconoscimento facciale alla polizia degli Stati Uniti. Ora anche Facebook (prima o poi ci abitueremo a chiamarlo Meta) ha deciso di interrompere un progetto in corso che aveva come protagonista questa tecnologia. Da qui a dicembre la società fondata da Mark Zuckerberg chiuderà il sistema di riconoscimento facciale utilizzato per le fotografie pubblicate su Facebook. Il servizio era stato lanciato nel 2010 e permetteva agli utenti di ricevere suggerimenti sulle persone da taggare nelle foto. La scelta di Facebook non si limita però a chiudere il servizio ma anche a cancellare tutto l’archivio di faceprint, impronte facciali, accumulato nel corso di questi anni. Si calcola che circa un terzo degli utenti di Facebook avessero aderito a questo servizio, una base che ha permesso a Meta di accumulare circa un miliardo di faceprint. Questo archivio però è rimasto a Menlo Park. Secondo le sue policy, Facebook non poteva vendere ad altre aziende i dati raccolti attraverso il riconoscimento facciale. Questa tecnologia rimarrà attiva per permettere alle persone di accedere al loro account o sbloccare il loro smartphone.


Le parole di Meta: «Ci sono molte preoccupazioni su questa tecnologia»

A decretare la fine del programma è stato Jerome Pesenti, vice presidente della sezione di Meta che si occupa di intelligenza artificiale: «Ogni nuova tecnologia porta con sé benefici e preoccupazioni. Vogliamo trovare il giusto equilibrio tra le due. Al momento chiudiamo il programma perché ci sono troppi dubbi sull’uso di questa tecnologia». Fino a questo momento il riconoscimento facciale è stato al centro di due casi controversi. Il primo è quello che ha come protagonista il governo cinese: l’esercito del Paese avrebbe usato queste tecnologie per sorvegliare i membri della minoranza uigura. Il secondo è quello delle persone arrestate per errore della polizia degli Stati Uniti. Uno dei casi più noti risale al 2019: un uomo di nome Nijeer Parks è stato arrestato con le accuse di aggressione, possesso illegale di armi e per aver tentato di investire un agente. È rimasto in carcere 11 giorni prima che qualcuno si accorgesse che il sistema di riconoscimento facciale da cui era partita la segnalazione alle forze dell’ordine aveva commesso un errore.


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