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Guido Russo, chi è il dentista con il braccio in silicone per il vaccino denunciato per truffa: «Dovevo lavorare»

04 Dicembre 2021 - 07:32 Redazione
Guido Russo
Guido Russo
Nel suo studio a Biella aveva fissato un cartello: «La presentazione del Green pass è esclusivamente volontaria». I carabinieri indagano

Sulla porta del suo studio dentistico in viale Roma a Biella aveva fissato un cartello esplicito: «La presentazione del Green pass è esclusivamente volontaria». Ma Guido Russo, 57 anni, dentista, titolare di uno studio a Biella e socio di un altro in Valle Mosso, era già stato sospeso dall’Ordine dei Medici del Piemonte. Per questo giovedì mattina ha avuto l’ideona di presentarsi al centro vaccinale Biver Banca di via Carso con un braccio in silicone e un busto dai deltoidi gonfiati che si usano sui set cinematografici per evitare la vaccinazione contro Covid-19. Filippa Bua, 60 anni, infermiera, se ne è accorta. E ora dovrà fronteggiare una denuncia per truffa.

L’arto finto in vendita su Amazon

È stata la Asl di Biella a segnalare l’episodio in procura. I carabinieri hanno ascoltato il racconto dell’infermiera e consegnato una lunga relazione. «Non credo al vaccino, non l’ho fatto prima e non voglio farlo adesso. Ma ho bisogno del Green Pass per lavorare», ha detto lui per giustificarsi. E, racconta oggi la Repubblica, la scena è andata avanti con punte di surreale davvero apprezzabili: «Non crederete mica che io abbia questo fisico», ha detto lui all’infermiera e alla collega. Il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha definito la truffa «un’offesa al sistema sanitario piemontese». Mentre nel suo studio fino a ieri la luce era accesa: forse per una segretaria che svolgeva compiti burocratici.

La Stampa invece fa sapere che l’arto finto acquistato da Russo è in vendita su Amazon. E tra i commenti c’è chi suggerisce la strada: «È utilizzabile per l’iniezione vaccinale». «Il suo tentativo ha contorni da operetta – dice al quotidiano il direttore generale dell’Asl biellese Mario Sanò -, ma denota una totale mancanza di responsabilità e rispetto nei confronti degli operatori che stanno lavorando in una corsa contro il tempo per mettere in sicurezza i cittadini». «Era la tarda mattina – ricorda invece Filippa Bua – di un giorno ben organizzato, ma molto intenso dal punto di vista emotivo perché si sta presentando chi il vaccino non lo vuole. Ho subito intuito che qualcosa non andava. Siamo professionisti, ma di cose tanto fantasiose non mi erano mai accadute».

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