Ciciliano (Cts): «Il Green pass a 9 mesi dura troppo e non incentiva alla terza dose»

Il membro del Comitato Tecnico Scientifico: «Mica siamo ai saldi di fine stagione, l’esigenza di alzare la nostra protezione c’è adesso»

Il medico della polizia e della Protezione Civile Fabio Ciciliano, membro del Comitato Tecnico Scientifico, in un’intervista rilasciata oggi a La Stampa spiega che il Green pass a 9 mesi non incentiva alla terza dose di vaccino. «Diciamo che non rappresenta un incentivo, come lo è, invece, il super Green Pass per i non vaccinati. Si pensava che chi ha già aderito alla campagna fosse ormai inserito in un percorso, ma stiamo vedendo che non per tutti è così. Bisogna chiarire alle persone che la capacità immunologica del vaccino e la validità amministrativa del Green pass sono due cose molto diverse. La terza dose è fondamentale, con qualunque vaccino», spiega. Ciciliano fa anche notare che attendere per la terza dose vaccini aggiornati contro la variante Omicron è un comportamento pericoloso: «Mica siamo ai saldi di fine stagione, l’esigenza di alzare la nostra protezione con la terza dose c’è adesso, anche perché il virus è più aggressivo nei mesi freddi. Poi con il booster l’aumento degli anticorpi è molto più rapido, nel giro di pochi giorni dall’iniezione si raggiunge il picco».


E punta il dito sui comportamenti individuali: «Vedo troppo spesso mascherine indossate male, sotto il naso, così non servono a niente. Queste misure sono le stesse da quasi due anni, la monotonia induce ad abbassare l’attenzione». E si schiera sull’obbligo di mascherine all’aperto: «Dal punto di vista tecnico sarei favorevole: tutto ciò che riduce la circolazione del virus è utile e credo che dover indossare la mascherina quando si esce di casa non impatti poi molto sulla nostra vita quotidiana. Ma si tratta di una valutazione politica, bene hanno fatto i sindaci a prevedere l’obbligo nelle zone più affollate delle città».


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