In Evidenza ENISiriaUSA
ESTERIEmmanuel MacronFranciaGilet gialli

Macron ammette gli errori con i gilet gialli: «Sono la Francia invisibile, ma io non sono mai stato il presidente dei ricchi»

15 Dicembre 2021 - 22:49 Redazione
«So da dove vengo, in famiglia c'erano un'insegnante e una persona che lavorava in ospedale. I miei valori non sono quelli di un presidente dei ricchi. Sono per un Paese forte economicamente, ma un Paese giusto»

«I gilet jaunes sono la Francia che si sente invisibile». Con queste parole il presidente francese Emmanuel Macron riconosce di aver commesso degli «errori» nel misurarsi con le grandi proteste del movimento dei gilet gialli, errori che possono aver contribuito ad alimentare il malcontento. In un’intervista a TF1, Macron parla «delle profonde paure della società» e dei suoi sbagli intorno a cui riflettere. I gilet gialli sono persone che mi dicono: “Non parli mai di noi, neanche ci vedi, e vuoi creare un mondo di cui non capiamo nulla” – ha spiegato il presidente -. Non possiamo fingere che non esistano, e nessuno aveva previsto che potesse accadere una crisi del genere». Allo stesso tempo però Macron ha rivendicato di «non essere mai stato il presidente dei ricchi», come affermano invece molti dei suoi contestatori. «So da dove vengo», ha scandito il presidente francese. E ha ricordato che nella sua famiglia c’erano «un’insegnante e una persona che lavorava in ospedale». «I miei valori non sono quelli di un presidente dei ricchi – ha insistito – sono ambizioso per il nostro Paese, sono per un Paese forte economicamente, ma un Paese giusto».

Tra gli errori che Macron riconosce di aver commesso nei confronti dei gilet gialli c’è quello della carbon tax, da lui stesso menzionato. «Quando è stata approvata, non immaginavamo necessariamente le conseguenze sulle persone. Abbiamo preso decisioni che sono state vissute dai nostri connazionali come se stessimo impedendo loro di vivere», ha argomentato. Per quanto riguarda invece il tanto discusso limite di velocità su strada fissato a 80 chilometri all’ora, il presidente è stato più sicuro della sua scelta, ma ha comunque messo in discussione il modo in cui è stata applicata: «Si tratta di una buona decisione per la sicurezza stradale – ha detto -. Ma indubbiamente i nostri connazionali non hanno capito questa decisione, che è stata senza dubbio applicata in modo troppo uniforme sul territorio».

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti