Erano partiti per portare il presepe ad Assisi, ora sono tutti in quarantena. Il focolaio è scoppiato a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Al momento, sono coinvolte 92 persone, di cui 24 positivi, 3 casi sospetti e 65 contatti stretti. Il cluster è stato individuato dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 2, che si occupa di monitorare i casi di Covid-19. Il contagio sarebbe legato ad un pellegrinaggio ad Assisi effettuato la settimana scorsa: la maggior parte delle persone hanno viaggiato a bordo di due pullman, mentre 16 hanno raggiunto la destinazione con un mezzo proprio. Il caso indice, che avrebbe dato origine al focolaio, è attualmente ricoverato in terapia intensiva. La vicenda ricorda quanto avvenuto ad Arzachena, in provincia di Sassari, agli inizi di novembre. Un gruppo di 180 pellegrini era andato in viaggio spirituale a Mejugorje. Anche lì, pochi controlli sul pullman e assenza di distanziamento sono stati fatali: dei 180 fedeli al rientro sono stati registrati 30 contagiati, di cui 6 in condizioni gravi.
Leggi anche:
- Veneto, oltre 5.500 nuovi contagi in 24 ore e pressione sugli ospedali. Zaia: «Da domani mascherine anche all’aperto»
- L’allarme in Campania per la variante Omicron: «Un focolaio nato dopo il viaggio di un liceo in Irlanda»
- Il focolaio dopo la festa con 500 studenti in Abruzzo: i carabinieri denunciano i responsabili
- Covid, l’allarme degli infermieri: impennata di casi tra gli operatori sanitari, 5 mila contagi in 30 giorni
- Veneto, i contagi tornano a salire: 4.716 in un giorno. Aumentano anche i ricoveri, 26 i morti
- In Veneto più di 1.000 ricoverati per Covid, così la regione si prepara alla zona gialla
- Il Veneto chiude le sale operatorie per interventi che prevedono intensiva: «Serve personale per vaccini e tamponi»
- Covid in Veneto, Zaia: «Venerdi saremo da zona gialla. Vacanze di Natale? Prenotate senza problemi» – Il video
- In Veneto 3.271 nuovi casi e 4 decessi in 24 ore. Frenano i ricoveri
- Zaia frena sulla zona gialla in Veneto: «Oggi oltre 4 mila contagi: ma siamo quelli che fanno più tamponi»