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I consigli per un Natale sicuro: «Green pass anche in famiglia, niente abbracci e attenti alle posate»

19 Dicembre 2021 - 07:04 Redazione
carlo signorelli
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Carlo Signorelli, docente di Igiene a Milano: «Sediamoci distanti e cambiamo l'aria della stanza. Se possiamo evitare eventi sociali è meglio»

Il professor Carlo Signorelli, docente di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica all’ospedale San Raffaele di Milano, in un’intervista rilasciata a Repubblica oggi fornisce consigli per il Natale in sicurezza, dal cenone agli ospiti a tavola. Il primo consiglio è quello di «applicare il Green Pass anche in famiglia, visto che è lì che si sviluppa il 90% dei focolai. In casa dovrebbero essere ammessi solo i parenti e gli amici vaccinati. In nessun caso un anziano non immunizzato deve entrare in contatto con gli altri: rischierebbe davvero tanto». Sugli abbracci il professore è cauto: «Se siamo vaccinati è difficile dire di no, anche se resta un comportamento a rischio».

Mentre le regole da seguire a tavola sono queste: «Appena entrato, un ospite dovrebbe lavarsi le mani. È chiaro che a tavola non si può tenere la mascherina, ma bisognerebbe almeno evitare di cantare: come anche l’urlare, è l’attività che ci fa emettere più goccioline contagiose. È necessario evitare lo scambio di posate, piatti e bicchieri o passare il cibo dal piatto di un commensale all’altro. Nei limiti del possibile, bisognerebbe sedersi distanti e cambiare spesso l’aria. Se comunque ci sono eventi sociali che possiamo evitare, evitiamoli. E se possiamo ridurre il numero degli invitati, non esitiamo».

Poi bisogna considerare che la variante Omicron «è più contagiosa, quindi dobbiamo stare più attenti ai nostri comportamenti individuali se vogliamo mantenere le aperture sociali di cui oggi godiamo. Ancora di più con Omicron si rende necessario fare la terza dose». Perché con la nuova variante «anche se molti contagiati sono asintomatici, un aumento importante di infezioni in valore assoluto si riflette comunque in un aumento dei ricoverati. E questo è in grado di mettere in difficoltà gli ospedali. Abbiamo imparato che ogni nuova ondata dura in media una decina di settimane. Il picco stavolta coinciderà con il Natale, e questo non ci aiuta, ma se Omicron non sarà drammatica come credo potremmo vedere i contagi iniziare a scendere da gennaio».

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