«Vogliono negare l’Olocausto e il massacro di Srebrenica»: la Bosnia ed Erzegovina chiede aiuto a Israele contro il revisionismo in Parlamento

La ministra degli Esteri ha scritto all’omologo israeliano per chiedergli di combattere insieme contro il negazionismo storico

Due partiti politici della Bosnia ed Erzegovina stanno tentando di minimizzare il genocidio di Srebrenica e l’Olocausto. È questa la denuncia partita dalla ministra degli Esteri bosniaca Bisera Turkovic, che ha inviato una lettera al suo omologo israeliano, Yair Lapid, per chiedergli di aiutarla a fermare la «pericolosa e inaccettabile iniziativa». Nel testo, Turkovic informa Lapid che l’Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti (Snsd) e l’Unione cristiano-democratica (Hdz) hanno formato un’alleanza nel Parlamento allo scopo di depenalizzare la negazione dei massacri avvenuti a Srebrenica nel 1995, durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina. Quell’anno, membri dell’esercito serbo, guidati dal generale Ratko Mladić, uccisero oltre 8 mila musulmani bosniaci. Il riferimento è alla normativa dell’Alto rappresentante per la Bosnia Erzegovina, Valentin Inzko, che ha imposto emendamenti legislativi per colpire chi nega o glorifica crimini di guerra e contro l’umanità, compreso quel genocidio. La rimozione del divieto, scrive la ministra degli Esteri, costituirebbe un precedente preoccupante dalle gravi conseguenze. «Il tribunale militare internazionale ha proibito nel 1945 qualsiasi negazionismo dell’Olocausto contro gli ebrei in ogni nazione europea», scrive Turkovic. «Dobbiamo unirci e combattere insieme contro il revisionismo storico di entrambi i massacri».


Immagine di copertina: EPA/JASMIN BRUTUS


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