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Stupro di Capodanno 2021 a Primavalle, le chat degli indagati: «Me la sono fatta, nessuno l’ha costretta»

15 Gennaio 2022 - 05:43 Redazione
primavalle stupro capodanno 2021 minorenne
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Dieci hanno ricevuto un avviso di garanzia. I primi tre sono Patrizio Ranieri, Claudio Nardinocchi e Flavio Ralli

Sono arrivati a 10 gli indagati per l’accusa di violenza sessuale di gruppo su una minorenne a Capodanno 2021 in via del Podere a Primavalle. I primi tre, ovvero Patrizio Ranieri e Flavio Ralli (19 anni) e Claudio Nardinocchi (21) sono stati raggiunti da misure cautelari: Ranieri e Nardinocchi sono agli arresti domiciliari, per Ralli c’è l’obbligo di firma. Il teatro del presunto stupro è una villetta sfitta e di proprietà del padre di un ragazzo minorenne. E c’è anche l’ipotesi che quel party di San Silvestro non fosse l’unico. Di certo alcuni di loro volevano rivedersi quest’anno nella notte della Befana per festeggiare di nuovo.

Le chat degli indagati

La pubblica ministera Stefania Stefanìa indaga sui 30 invitati al veglione. Soltanto una minoranza era all’oscuro di quello che è accaduto. Dieci erano dei Parioli, gli altri venivano da Primavalle e Torrevecchia. E nelle chat degli indagati spuntano molti dettagli sulla storia. Anche inquietanti. «Questa ci metterà nei guai, era lei che ci stava», scrive uno degli indagati secondo quanto riporta Repubblica. E un altro: «Devi dire che non mi conosci, tu non mi hai visto fare niente». «Ragazzi, mettiamoci d’accordo su cosa spiegare. Quella è una p…, non l’ha costretta nessuno, era tutta ubriaca», dicevano ancora nei telefonini. Uno degli arrestati, Pietro Ranieri, che ha un precedente per droga, poche ore dopo gli abusi si era vantato di avere la t-shirt sporca di sangue. «Me la sono fatta», aveva detto alla festa sfoggiando la maglietta. E aveva anche scritto tutto a un amico.

In casa c’erano pasticche di Rivotril, altre droghe e alcool. La ragazza ha detto che nessuno l’ha aiutata. Al risveglio si è ritrovata piena di lividi e con indosso vestiti non suoi. «Trattata con disprezzo, come un oggetto», scrive la giudice nell’ordinanza. Aveva cercato di divincolarsi, ma nel sangue aveva cocaina e acido valproico, un antiepilettico che dà gli effetti della droga dello stupro. Due giorni dopo lei ha sporto denuncia in caserma. E oggi la madre racconta un dramma che non è ancora finito: «Mia figlia sta pagando un prezzo troppo alto. Non ha ancora ripreso una vita normale. Il suo dolore è così profondo che la sta distruggendo. Era solare, ora non ride più. I danni psicologici saranno definiti da chi la sta seguendo in questo percorso così difficile».

Immagine copertina da: Repubblica

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