Alla scuola primaria “Carlo Collodi” di Jesi, in provincia di Ancona, da ieri tutti i genitori di una classe hanno stabilito di tenere a casa da scuola i propri figli. Tutti i bambini – 14 -, tranne uno. Quell’uno è la causa di tutto: per due anni avrebbe infatti mantenuto atteggiamenti da bullo nei confronti degli altri ragazzini. L’assenza di tutta la classe, hanno fatto sapere i genitori, è una forma di protesta nei confronti della dirigente scolastica che dovrebbe «prendere provvedimenti». «Abbiamo deciso di tenere i nostri figli a casa perché non ci sentiamo più al sicuro. Sono due anni che i nostri piccoli subiscono botte, interruzioni di lezioni, parolacce e insulti da parte di un bambino di 8 anni. Abbiamo fatto una relazione al vice questore, sono state attivate anche figure professionali e assistenti sociali, ma nulla. Le maestre le hanno provate tutte. Ecco perché chiediamo a gran voce che vengano adottate misure efficaci a tutela dei nostri figli», hanno raccontato al Corriere della Sera.
Dal canto suo, la dirigente Lidia Prosperi ha bollato la cosa come un’azione «sfociata in modo assolutamente inadeguato e inopportuno», e che «non ha risolto nulla». Ai genitori, a casa coi figli da 48 ore, risultano invece «botte, pugni sul naso, amuchina negli occhi, banchi lanciati» da un compagno di classe. «Sono perfettamente a conoscenza della situazione, e sono intervenuta ripetutamente negli ultimi due anni – commenta Lidia Prosperi, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo San Francesco, di cui fa parte la classe elementare – La scuola sta facendo quello che può con i mezzi a disposizione. Non ignoriamo il problema, ma nessuno ha purtroppo la bacchetta magica», ha detto la preside. Che poi ha aggiunto: «Da quanto annunciato dai familiari in sciopero, la protesta sarebbe limitata a due giorni, quindi presumo che lunedì gli studenti saranno di nuovo in classe».
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