Un ricatto a sfondo sessuale dietro la morte del 18enne Orlando Merenda? Il padre: «L’hanno spinto a uccidersi»

Il padre del ragazzo ha detto che il figlio aveva paura: «Mi raccontò di essere stato minacciato»

C’è un ricatto a sfondo sessuale dietro la morte di Orlando Merenda? Al momento, non c’è una motivazione certa dietro il gesto del 18enne che si è ucciso buttandosi dal cavalcavia di Corso Maroncelli a Torino domenica 20 giugno. Ma la procura che indaga per istigazione al suicidio ha escluso, per ora, le ipotesi di bullismo e omofobia che erano state prese in considerazione all’inizio dell’indagine. la Repubblica scrive che Orlando potrebbe essere finito in una situazione più grande di lui da cui voleva fuggire. Incontri con adulti che potrebbero aver approfittato del ragazzo quando era ancora minorenne. E il padre Francesco, in un’intervista rilasciata a La Stampa, dice che il figlio aveva paura e che potrebbe essere stato spinto da qualcuno ad uccidersi.


Le indagini per istigazione al suicidio

«Nelle ultime settimane mi aveva detto che aveva paura di un paio di persone», dice oggi il padre. «Mi aveva raccontato di essere stato minacciato, ma non aveva aggiunto altro. Forse per timore. Gli avevo chiesto chi fossero. Gli avevo proposto di incontrarli con lui, di avere un confronto. Ma Orlando minimizzava. Diceva che non era il caso. Gli avevo anche chiesto se dovesse dei soldi a qualcuno. Di spiegarmi quale fosse il problema, che l’avremmo affrontato insieme. Però i suoi atteggiamenti non sembravano allarmanti e così gli avevo consigliato di pensare alle vacanze». Francesco dice che lui e la madre avevano capito che il figlio era omosessuale ma anche di non averlo mai forzato: «Non volevamo aprire il discorso, aspettavamo che fosse lui a raccontarsi. A me del suo orientamento sessuale importava poco». Ma il ragazzo gli aveva raccontato che c’era chi rideva di lui: «Poi, ultimamente, mi ha detto delle minacce, ma credo che le cose siano legate. È sempre stato un ragazzo sensibile, riservato, taciturno. Anche il giorno della sua morte».


Il minuto di silenzio in sala rossa a Torino

Ieri intanto un minuto di silenzio è stato osservato dal comune di Torino per onorare la sua scomparsa: «All’orizzonte – ha detto il presidente della Sala Rossa, Francesco Sicari – vi è lo spettro del bullismo anche di natura omofoba. Questa città e questa amministrazione già da tempo hanno deciso da che parte stare in materia di diritti, ma fino a quando la politica non si interrogherà una volta per tutte in merito a quanta sofferenza vi sia dietro a situazioni di questo tipo altri saranno i nomi che probabilmente andranno ad aggiungersi a questa lunga e tragica lista». Da parte del Consiglio comunale di Torino, Sicari ha espresso le «condoglianze alla famiglia e ai suoi amici con la speranza che sulla vicenda venga fatta chiarezza e vi sia giustizia».

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