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Chi vuole trattare con Putin sull’Ucraina: così Lega, FdI e M5s spiegano le ragioni della Russia

In parlamento c’è chi dice che bisogna trovare un accordo con Mosca. Perché conviene all’Italia. Per i rischi economici

In Italia c’è chi vuole trattare con Vladimir Putin sull’Ucraina. E sostiene che il leader della Russia abbia molte ragioni nella vicenda. Anche storiche e culturali, come sostiene Vito Petrocelli, presidente M5s della commissione esteri in Senato: «Ci sono aree del mondo che senza un pizzico di autoritarismo collasserebbero. La Russia è tra queste. Putin? Non è giusto giudicarlo con lenti esageratamente occidentali: quelli che lo criticano, come gli americani, hanno le loro belle gatte da pelare», dice oggi a Repubblica. Poi c’è il deputato leghista veronese Vito Comencini, che coltiva rapporti continui con la Crimea ed è dell’idea che in caso di conflitto «l’Ucraina non reggerebbe, perché da Kiev a Donetsk sono russi: avrebbero problemi di tenuta interna».


D’altro canto anche Matteo Salvini ha auspicato un «dialogo con Mosca» sull’Ucraina. Il segretario della Lega è convinto che il congelamento dei rapporti di Usa e Ue con la Russia, il muro contro muro insomma, possa non solo alimentare i venti di guerra ma anche lasciare imprese e famiglie italiane a rischio blackout. Insomma, c’è una Ragion di Stato più importante da mettere prima della democrazia. E Berlusconi? Lui non ha mai nascosto di essere un amico di Putin. Tanto che una visita in Crimea gli è costata il bando dall’Ucraina. Di certo, come ha detto Vittorio Sgarbi, Berlusconi potrebbe andare da Putin per dirgli di bloccare i camion. Infine c’è Guido Crosetto. L’esponente di Fratelli d’Italia in un tweet ha detto che l’Occidente con la sua chiusura sta spingendo Putin nelle mani della Cina. Ma, come ha spiegato lui stesso, «la mia posizione è perfettamente filo occidentale, se non dialoghiamo materie prime, essenziali per la transizione ecologica, finiranno in mani cinesi».


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