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Stati Uniti, due senatori accusano la Cia di avere (ancora) un programma di sorveglianza di massa

11 Febbraio 2022 - 09:13 Valerio Berra
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Nell'aprile del 2021 due politici degli Stati Uniti avevano lanciato gravi accuse alla Cia. La lettera è stata svelata solo in questi giorni

Ron Wyden e Martin Heinrich sono due senatori del Partito Democratico, rispettivamente rappresentanti dell’Oregon e del New Mexico. In una lettera indirizzata a tutti gli alti ufficiali della Cia hanno lanciato un’accusa chiara: l’agenzia di intelligence conserverebbe un archivio di informazioni sugli abitanti degli Stati Uniti. La lettera è stata inviata ad aprile del 2021 ma è stata resa pubblica solo negli ultimi giorni. La critica più importante si trova in una parte di questo documento in cui si afferma che la Cia avrebbe operato in questa raccolta al di fuori del programma deciso dal Congresso. I documenti di risposta che sono stati inviati dalla Cia sono stati oscurati. Il tema è ben noto all’opinione pubblica ed è stato segnalato per la prima volta da Edward Snowden. Esperto di computer intelligence, Snowden è stato consigliere dalla National Security Agency (Nsa), una delle principali agenzie di intelligence del governo statunitense. Dopo aver ricoperto diversi incarichi, nel maggio del 2013 aveva rivelato migliaia di documenti che dimostrano come la Nsa stesse raccogliendo informazioni su migliaia di cittadini statunitensi senza che l’opinione pubblica sospettasse nulla. Dopo la rivelazione di questi documenti, l’uomo non ha più messo piede negli Stati Uniti. Nel 2020 Snowden ha ricevuto il permesso di residenza permanente in Russia.

Il processo di unmasking

A raccontare della lettera scritta da Ron Wyden e Martin Heinrich è stato il Washington Post, uno dei giornali che hanno collaborato alla divulgazione delle informazioni raccolte da Snowden. È qui che il giornalista Nomaan Merchant spiega come funziona il porcesso di unmasking. Quando un’agenzia di intelligence raccoglie incidentalmente dei dati su cittadini che non sono direttamente coinvolti in un’indagine è tenuta a cancellare i loro nomi nei rapporti, un processo che secondo i due senatori non sarebbe sempre avvenuto nel modo corretto. Dopo la pubblicazione della lettera è intervenuto anche Kristi Scott, responsabile per la privacy e per le libertà civili dell’agenzia: «La CIA riconosce e prende molto sul serio il nostro obbligo di rispettare la privacy e le libertà civili delle persone statunitensi nello svolgimento della nostra vitale missione di sicurezza nazionale. La CIA si impegna alla trasparenza coerentemente con il nostro obbligo di proteggere le fonti e i metodi di intelligence».

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