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L’inesistente genocidio nel Donbass e le origini dell’Ucraina: cosa c’è che non va nel discorso di Putin

23 Febbraio 2022 - 16:13 David Puente
Il discorso alla nazione del presidente russo del 21 febbraio 2022 non è esente da bufale e da forzature di carattere storico. Ecco quali sono

Nel corso dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, nel quale la disinformazione cerca di avere il sopravvento, il discorso alla nazione del Presidente russo Vladimir Putin del 21 febbraio 2022 non è esente da bufale e da forzature di carattere storico. Uno dei punti di forza nel sostenere l’intervento russo nelle aree del Donbass è quello di un inesistente genocidio ad opera degli ucraini, così come il continuo sostenere che l’Ucraina moderna sia una creazione della Russia bolscevica, quando il nazionalismo ucraino risulta essere di gran lunga precedente a quello attribuito al secolo scorso.

L’inesistente genocidio

Putin accusa l’Occidente di non accorgersi di un «genocidio» a cui sarebbero sottoposte 4 milioni di persone. Un numero che combacia con i presunti abitanti che risiedono nei soli territori controllati dai separatisti, ossia quelli delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk (circa 2 milioni e trecento mila di abitanti) e Lugansk (circa 1 milione e mezzo), non di entrambe le regioni ucraine.

Ecco la trascrizione in russo dal sito del Cremlino:

А так называемый цивилизованный мир, единственными представителями которого самозванно объявили себя наши западные коллеги, предпочитает этого не замечать, как будто и нет всего этого ужаса, геноцида, которому подвергаются почти 4 миллиона человек, и только потому, что эти люди не согласились с поддержанным Западом переворотом на Украине в 2014 году, выступили против возведённого в ранг государственного движения в сторону пещерного и агрессивного национализма и неонацизма. И борются за свои элементарные права – жить на своей земле, говорить на своём языке, за сохранение своей культуры и традиций.

Non è la prima volta che utilizza il termine «genocidio», alimentando tale convinzione nei suoi sostenitori. Partiamo dalla definizione: «Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa». Nel sito delle Nazioni Unite (ONU) è presente un’area dedicata per la definizione di genocidio con il riferimento all’articolo 2 della “Convenzione sulla prevenzione e la repressione del reato di genocidio“: «l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».

Secondo un documento delle Nazioni Unite, pubblicato il 27 gennaio 2022, dal 2014 a fine 2021 il numero delle vittime si aggira tra i 14.200 e i 14.400: almeno 3.404 civili, circa 4.400 membri delle forze ucraine e circa 6.500 membri dei gruppi armati.

Ecco il testo del documento delle Nazioni Unite:

OHCHR estimates the total number of conflict-related casualties in Ukraine from 14 April 2014 to 31 December 2021 to be 51,000–54,000 : 14,200-14,400 killed (at least 3,404 civilians, estimated 4,400 Ukrainian forces , and estimated 6,500 members of armed groups), and 37-39,000 injured (7,000–9,000 civilians, 13,800–14,200 Ukrainian forces and 15,800-16,200 members of armed groups)

Le Nazioni Unite non ritengono che vi sia in atto un genocidio o un tentato genocidio da parte dell’Ucraina nei territori contestati.

Nel territorio ucraino – e non solo – è stato riconosciuto da diversi Paesi un caso di genocidio tra il 1932 e il 1933, quello noto con il nome di Holodomor o della “Grande fame”. Al contrario di altri, non venne incluso dalla formulazione dalla Convenzione del 1948 sul genocidio delle Nazioni Unite a causa delle pressioni dell’Unione Sovietica, in quanto accusata di averlo causato. Il primo a denunciare l’accaduto fu un giornalista gallese, Gareth Jones, che visitò l’Ucraina sovietica durante la carestia.

L’Ucraina è un’invenzione della Russia?

Putin sostiene che l’Ucraina moderna sia stata interamente «creata dalla Russia, precisamente dai bolscevichi, dalla Russia comunista». Il processo di creazione sarebbe iniziato – sempre secondo Putin – nel lontano 1917 attraverso «Lenin e i suoi collaboratori», in «modo molto rude nei confronti della Russia stessa», strappando «parte dei suoi territori storici» (l’Ucraina, ndr). In questo breve racconto, Putin conclude così: «Naturalmente, nessuno ha chiesto alcunché ai milioni di persone che vivevano nella zona».

Putin addossa tutte le colpe a Lenin, il quale avrebbe concesso troppo ai nazionalisti ucraini dell’epoca. «Perché è stato necessario soddisfare le ambizioni nazionaliste in continuo aumento nella periferia dell’ex impero?», quesito che il Presidente russo ripropone poco dopo: «Perché è stato necessario fare doni così generosi, che nemmeno i nazionalisti più ardenti non si sarebbero mai sognati prima, dando persino alle repubbliche il diritto di separarsi dallo stato unito senza alcuna condizione?». Tutto questo viene definito da Putin in questo modo: «una semplice follia».

Putin espone un percorso che introduce la sua versione del recente passato, quello relativo alla fine all’Unione Sovietica, dove non attribuisce l’indipendenza dell’Ucraina al referendum del 1991 quanto piuttosto alle azioni dei suoi predecessori: «Ora sono i radicali e i nazionalisti, compreso e soprattutto quelli in Ucraina, che si attribuiscono il merito aver ottenuto l’indipendenza. Come possiamo vedere, non è affatto così». Secondo Putin sono tutti errori commessi dai leader bolscevichi, colpevoli di aver portato il crollo della «Russia storica».

Il punto di riferimento di Putin è la «Russia storica», ossia l’Impero Russo nato nel 1721 e guidato per l’ultima volta dallo Zar Nicola II fino al 1917. Non viene considerato il pregresso, soprattutto il fatto che Kiev fosse stata addirittura fondata ancor prima di Mosca, un elemento della storia che oggi gli viene rinfacciato anche in tono scherzoso. C’è chi, infatti, ricorda a Putin e alla Russia che prima ancora i loro territori fossero stati sotto il controllo dei mongoli. C’è da dire che nel suo discorso, Putin fa riferimento all’attuale Ucraina («Ucraina moderna») e non a quella storicamente più antica di Kiev.

Putin sbaglia anche nel dare colpe a Lenin. Di fatto, il sentimento nazionale ucraino era già presente nel corso della metà del 1800, mentre si riscontrano ancor prima delle composizioni in lingua ucraina: nel 1794 venne pubblicata l’Eneide travestita, la prima opera letteraria in ucraino dello scrittore Ivan Petrovyč Kotljarevs’kyj. Una situazione per niente tollerato dallo zar Nicola I, il quale mise sotto processo i principali protagonisti del sentimento ucraino. La storia dell’Ucraina, tuttavia, è ancora più antica e precedente a quella russa.

I territori del sud-ovest della “Russia antica”

Durante il suo intervento, Putin parla dell’unione dei territori contesi alla Russia antica nel 17° secolo. Qui la trascrizione in russo:

Издавна жители юго-западных исторических древнерусских земель называли себя русскими и православными. Так было и до XVII века, когда часть этих территорий воссоединилась с Российским государством, и после.

Nel 17° secolo l’area dell’Ucraina venne contesa tra il Gran principato di Mosca e la Polonia. Nella narrativa di Vladimir Putin rientra anche quella della cosiddetta «Novorossiya», o «Nuova Russia», al fine di sostenere che l’area fosse sempre appartenuta all’Impero russo, senza però riportare un fatto storico: prima ancora della nascita dell’Impero russo e del precedente Gran principato di Mosca, esisteva l’ex impero medievale noto con il nome Rus’ di Kiev guidato da Vladimir I detto il Grande (958-1015), considerato il padre fondatore dell’Ucraina. Se Rus’ di Kiev esisteva dal 882, il primo insediamento di Mosca risalirebbe intorno al 1147.

Tornando a Vladimir I, il Presidente russo Vladimir Putin fece costruire nel 2016 una statua a lui dedicata nei pressi del Cremlino, attribuendogli i meriti di aver posto le basi dell’attuale Russia. Questo gesto venne descritto come un’appropriazione indebita di quello che da sempre viene definito il fondatore dell’Ucraina, come già testimonia una sua statua eretta proprio a Kiev nel 1853.

La storia dei territori appartenenti all’ex Unione Sovietica e dell’Impero russo è molto più complessa rispetto a quella che Vladimir Putin riporta. Volendo andare più indietro nella storia, basti considerare che i Rus’, nome della popolazione che diede origine alla Rus’ di Kiev e dal quale presero il nome le popolazioni russe, non rano propriamente “russi”, ma scandinavi.

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