In isolamento per giorni e con «punizioni primitive»: cosa è successo a Claudio Mandia prima di morire

Espulso per aver copiato un compito per il diploma IB. E lasciato senza contatti e con i pasti fuori della porta. Cade l’ipotesi del gioco estremo

Claudio Mandia sottoposto a misure di punizione «primitive» che lo avrebbero portato a togliersi la vita. Questa è l’accusa contenuta in una nota diffusa da George Bochetto, legale dello studio Bochetto&Lentz che difende la famiglia dello studente di Battipaglia in provincia di Salerno morto negli Stati Uniti. L’allievo della Ef Academy di New York si è tolto la vita nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana. Prima era stato tenuto in isolamento per tre giorni «come punizione per il lavoro in classe». Di cosa si parla? Mantia era stato espulso lunedì dall’istituto con l’accusa di aver copiato un compito per il conseguimento del diploma IB, l’International Baccalaureate. Ora saranno le indagini a fare chiarezza sulle eventuali responsabilità della scuola di Tarrytown.


La polizia Usa conferma: «Si è impiccato nella sua stanza»

La polizia di Mt. Pleasant ha diffuso un comunicato in cui si dà notizia di un suicidio per impiccagione. «Entrando nella stanza – si legge nella nota diffusa ad alcuni media internazionali – gli agenti hanno scoperto uno studente maschio di 17 anni, deceduto. La morte è avvenuta per impiccagione. Immediatamente è stata avviata un’indagine». L’autopsia è stata eseguita dall’ufficio del medico legale della contea di Westchester e i risultati preliminari sono attesi «nei prossimi giorni».


La ricostruzione della famiglia

A cosa si riferisce la famiglia quando parla di punizioni primitive? «Claudio – scrive il legale – è stato sottoposto per giorni all’isolamento dai funzionari della scuola EF Academy come “punizione” per il compito in classe. Che un istituto sottoponga uno dei suoi studenti a misure così primitive è inimmaginabile per la famiglia Mandia». La quale ritiene che questo comportamento abbia «direttamente causato» la volontà di Claudio di «togliersi la vita mentre era solo e incustodito in isolamento per più di tre giorni». Secondo questa ricostruzione in preda all’angoscia, Claudio si sarebbe tolto la vita la notte prima dell’arrivo della famiglia, padre, madre e le tre sorelle, che avevano deciso ugualmente di partire dall’Italia per festeggiare con il ragazzo il suo compleanno. All’arrivo all’aeroporto hanno saputo della tragedia.

Nei tre giorni di isolamento l’Academy avrebbe confinato il ragazzo in una camera, senza compagni, e l’avrebbe sottoposto a regime blindato, con i pasti lasciati fuori dalla porta. Una primissima ipotesi, anche in base alle dichiarazioni di un parente, parlava di un possibile malore. Poi la nota del legale americano che ha aperto nuovi scenari. Tante le strade prese nelle ultime ore dai media: un gioco estremo, una festa finita male, una violenza di gruppo mentre ora le indiscrezioni relative alla pista del suicidio. La famiglia ha in programma ulteriori azioni, ma preferirebbe «non commentare ulteriormente» in questo momento quanto accaduto. Mauro Mandia ed Elisabetta Benesatto sono ancora a New York, fa sapere oggi La Stampa, sono ancora a New York mentre le tre figlie minorenni e lo zio sono tornati in Italia.

I funerali

Ezio Miceli, viceparroco della chiesa della Speranza, a Battipaglia ( Salerno), dove su richiesta della famiglia – la data non è stata ancora fissata – saranno celebrati i funerali di Claudio Mandia, ha detto ieri che a Battipaglia «non c’è una famiglia che non abbia versato una lacrima per Claudio, che non abbia avuto un pensiero per la sua famiglia. Claudio era un ragazzo dolce, educato. Una persona perbene. Non ci sono parole. Noi tutti abbracciamo i genitori, i familiari», aggiunge il sacerdote che da anni accoglie nella mensa dell’opera dei padri stimmatini una sessantina di persone indigenti. «E tante volte la famiglia di Claudio ci è stata vicina nella solidarietà, e in modo molto riservato», conclude.

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