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La Nato pronta a schierare un esercito permanente a Est per fermare la Russia, Stoltenberg: «Valutiamo opzioni a lungo termine»

10 Aprile 2022 - 08:29 Redazione
Per i membri dell'Alleanza atlantica il tetto di spesa militare al 2% del Pil è un obiettivo minimo, ha spiegato il capo della Nato

La Nato si prepara a contrastare l’invasione della Russia nei propri confini, che siano quelli in Romania o in Polonia, con un piano che prevede di schierare una presenza militare permanente proprio su quelle frontiere. Il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, le definisce in un’intervista al Telegraph come una mossa in previsione di «un adattamento a lungo termine della Nato». Secondo il segretario in questo momento la Nato si trova «in mezzo a una trasformazione fondamentale». Jens Stoltenberg, 63 anni, ha iniziato il suo primo mandato come segretario generale della Nato nell’ottobre del 2014. Pochi giorni prima la Russia aveva strappato la Crimea all’Ucraina, il primo atto di una crisi che ha portato all’invasione cominciata lo scorso 24 febbraio. L’incarico come segretario generale dura quattro anni e quindi, dopo essere già stato riconfermato una volta, nel 2022 Stoltenberg avrebbe dovuto ritirarsi. Era già pronto un posto per lui al vertice della Banca centrale norvegese. Dopo l’inizio della guerra, Stoltenberg ha accettato di prolungare il suo mandato ancora per un altro anno.

Nell’intervista pubblicata sul britannico The Telegraph ha raccontato tutto quello come la guerra in Ucraina stia cambiando tutto l’assetto della Nato, un assetto che deve ripartire dalla garanzia delle spese militari al 2 per cento del Pil per tutti gli alleati. Spiega Stoltenberg: «Il 2 per cento è una linea guida minima e ovviamente accolgo con favore ogni aumento della spesa per la difesa da parte di tutti gli alleati, anche di quegli alleati che stanno già spendendo più del 2 per cento, come il Regno Unito. Il mio obiettivo principale è garantire che quelli che sono al di sotto del 2 per cento soddisfino questa linea guida minima». Fra i Paesi che non stanno rispettando quest’obbligo c’è l’Italia. Al momento la spesa italiana si attesta attorno ai 25 miliardi di euro all’anno ma per soddisfare le richieste della Nato bisognerebbe spingerla fino a 38 miliardi di euro. In termini di percentuale ora l’Italia è circa al 1,57 per cento del Pil.

La nuova battaglia della Russia

Secondo il segretario della Nato la crisi in Ucraina è ancora lontana da una soluzione pacifica. Le truppe di Mosca infatti non si stanno ritirando ma stanno convergendo verso il Donbass dove inizierà una nuova fase della guerra: «Stiamo ora entrando in una nuova fase di questa guerra. La Russia ha spostato le sue forze fuori dal Nord dell’Ucraina. Ma non si stanno ritirando. Si stanno riorganizzando e stanno riposizionando per una grande battaglia nella regione del Donbass… tra poche settimane». In ogni caso questa crisi ha avviato un processo di trasformazione di tutto l’assetto e le priorità della Nato:

«Indipendentemente da quando e come finirà la guerra in Ucraina, questa crisi ha già avuto conseguenze a lungo termine per la nostra sicurezza. La Nato ha bisogno di adattarsi a questa nuova realtà. Ed è esattamente quello che stiamo facendo. Siamo l’alleanza di maggior successo nella storia per due ragioni. Una è che siamo stati in grado di unire l’Europa e il Nord America. L’altra è che siamo stati in grado di cambiare quando il mondo sta cambiando. Ora il mondo sta cambiando e la Nato sta cambiando».

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