Sono i crimini di guerra commessi dall’esercito russo il tema forte con cui Volodymyr Zelensky ha incalzato il Parlamento lituano che lo ha ospitato questa mattina 12 aprile. Il presidente ucraino ha espresso la sua riconoscenza alla Lituania per essere stato il primo Paese a rinunciare al gas russo e per aver fornito sin da subito aiuti militari a Kiev: «Dopotutto, il popolo lituano comprende meglio di chiunque altro come gli occupanti possano distruggere la libertà e a quale costo ricostruire l’indipendenza, cosa che voi siete riusciti in modo esemplare». Un aiuto che Zelensky spera non si interrompa, ma che anzi aumenti con la partecipazione di tutti gli altri Paesi europei.
Soprattutto alla luce di quel che sta emergendo dai territori occupati dai russi e liberati nei primi giorni di aprile: «Nelle aree occupate liberate dell’Ucraina il lavoro continua per registrare e indagare sui crimini di guerra commessi dalla Russia. Quasi ogni giorno vengono trovate nuove fosse comuni – dice il presidente ucraino, citato da Ukrinform su Telegram – Migliaia di vittime, centinaia di casi di brutali torture. Si trovano ancora cadaveri nei tombini e negli scantinati. Corpi legati e mutilati. Centinaia di orfani, almeno centinaia di bambini, sono stati denunciati centinaia di stupri, tra cui ragazze minorenni e bambini molto piccoli e persino neonati».
Zelensky è tornato poi a spingere l’Unione europea perché renda più dure le sanzioni contro la Russia, dicendosi deluso delle ipotesi che circolano sul sesto pacchetto in cantiere da parte di Bruxelles: «e si discute seriamente del petrolio solo per il sesto pacchetto di sanzioni, il mondo non si rende conto a quale guerra si sta preparando la Russia. Se non c’è ancora una definizione chiara sul gas russo, allora non ci può essere certezza che l’Europa abbia una volontà comune per fermare i crimini militari russi per costringere la Russia alla pace»
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