Covid-19, il report esteso dell’Iss: il virus uccide nove volte di più chi non si è vaccinato

Il vaccino, secondo i dati del report, si è rivelato efficace anche per contrastare la variante Omicron

Il Covid-19 è nove volte più letale per chi non si è sottoposto alle tre dosi del vaccino (le due del ciclo completo più la dose booster): è quanto emerge dai dati sulla mortalità in Italia contenuti nel rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) su Sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale relativo all’epidemia di Covid-19, aggiornato al 27 aprile 2022. Rispetto a chi non ha fatto la dose booster ed è dunque vaccinato con sole due dosi, i non vaccinati rischiano la vita quattro volte di più.


Il vaccino è efficace anche con la variante Omicron

Tra il 4 marzo e il 4 aprile 2022, il tasso di mortalità nei non vaccinati è stato pari a 36 decessi per mille abitanti, mentre il numero di morti registrati cala a 9 su mille nei vaccinati con due dosi, e a solo quattro su mille tra chi ha ricevuto il ciclo di vaccinazione completo. Secondo quanto emerge dal rapporto, il vaccino si rivela efficace anche nel contrastare Omicron: nel periodo di prevalenza della variante in Italia (a partire dallo scorso 3 gennaio), l’efficacia del vaccino è stata del 44% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale con due dosi, del 36% tra 91 e 120 giorni dal completamento, e del 47% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale; nei vaccinati con la terza dose (booster), l’efficacia è stata del 62%.


Prevenzione dai casi di malattia severa: più alta per i vaccinati

La prevenzione dai casi di malattia severa è stata del 72% per i vaccinati con il ciclo completo da meno di 90 giorni. Per i vaccinati da oltre i novanta giorni e fino ai 120, la percentuale sale al 73%, mentre per chi ha completato il ciclo vaccinale da oltre quattro mesi raggiunge il 74%. Per i vaccinati con la dose booster, la percentuale fa un balzo per assestarsi all’89%. Al momento, specifica il rapporto dell’Iss, le stime sull’efficacia del vaccino «escludono dalla popolazione suscettibile i soggetti con pregressa diagnosi nei 90 giorni precedenti, tempo dopo il quale si è nuovamente a rischio di infezione come da definizione di reinfezione».

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