Il generale Serino: «La Russia non è capace di sfruttare le tecnologie moderne, può andare in difficoltà»

Il capo di stato maggiore dell’esercito italiano: il modello della Guerra del Golfo non paga più

Il generale di corpo d’armata Pietro Serino, dal febbraio 2021 capo di Stato maggiore dell’Esercito, parla oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dell’importanza della tecnologia e delle comunicazioni durante le guerre. E spiega che la Russia proprio su questo fronte è in difficoltà: «Ritengo che una delle considerazioni più rilevanti riguardi proprio i nuovi ambiti cyber e spaziale, che forse non sono risolutivi, ma certamente hanno un ruolo determinante: se non sono capaci di sfruttare gli accessi alla tecnologia cyber e al dominio dello spazio, gli eserciti moderni possono entrare in grande difficoltà». Per Serino «si è discusso per settimane circa la consistenza delle forze, delle decine di migliaia di soldati schierati, ma si sa poco dell’entità numerica e della natura degli avversari sul campo. Certo, il terreno va presidiato, le risorse umane restano fondamentali sia per difendere un terreno, sia per conquistarlo e mantenerlo, ma le truppe senza la padronanza dei mezzi tecnologici alla fine soccombono, è una regola classica, sin dai tempi delle guerre dei romani».


E questo gap dei russi, conclude il generale nel colloquio con Marco Galluzzo, può fare la differenza: «Mi sembra di osservare che in questo momento l’utilizzo dei sistemi satellitari e l’impiego dei droni non sia equilibrato da parte dei due contendenti, si proteggono le forze corazzate con aerei ed elicotteri che oggi non sono in grado di sopravvivere al moderno campo di battaglia, dominato anche da missili spalleggiabili, sia controaerei che controcarri. La copertura aerea oggi è troppo rischiosa e dunque non è efficace, e si assiste ancora ad un uso di formazioni d’attacco in modalità classica, quella che conoscevamo negli anni ’90, per intenderci mi riferisco alla guerra del Golfo: oggi quel modello non paga più».


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