«Zagarolo. Festa della Vittoria – L’Unione Sovietica libera l’Europa dal nazifascismo», recita il manifesto diffuso dalla sezione del Pci Monti Prenestini-Casilina per promuovere l’evento organizzato per la mattina di domenica 8 maggio a Zagarolo. Sul manifesto la «Z» di Zagarolo ricalca quello che è divenuto il simbolo dell’invasione russa in Ucraina. Gli attivisti della sezione si giustificano sottolineando che non è un evento «eccezionale», ma una celebrazione svolta anche negli scorsi anni: «Nessuna provocazione. Commemoriamo i caduti sovietici nella zona dei Monti Prenestini», dicono a Repubblica. In merito alla Z di Zagarolo, negano qualsiasi richiamo: «È il nastro di San Giorgio, un nastro commemorativo. C’è sempre stato».
Ma a leggere il post sulla pagina Facebook della sezione, con cui è stata annunciata la giornata di commemorazione, l’impressione è un’altra: «Oggi, in un mondo in cui vige una narrazione unica, nella quale vengono riabilitati opportunisticamente simboli e gesta dei nazifascisti, con una Nato e un’Ue che armano il Battaglione Azov nazista e banderista e che vede l’Italia in prima fila contro la resistenza del Donbass e nell’invio di armi contro i loro alleati russi, attraverso questa iniziativa vogliamo ribadire i concetti cari al Partito comunista italiano», recita il post. Poi, un elenco dei principi sopracitati: la condanna dell’equiparazione fra nazismo e comunismo, il ripudio della guerra nell’articolo 11 della Costituzione italiana e il desiderio di un’Italia «libera e indipendente, fuori dalla Nato», come di un’Europa «dei popoli», «un’Ucraina neutrale e antifascista» e una «collaborazione con la Russia» per liberarsi dal «giogo» degli Stati Uniti.
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