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Allarme sui Pronto soccorso: «Mancano 4.200 medici. È l’estate peggiore di sempre: la crisi di governo complica tutto»

27 Luglio 2022 - 14:08 Gaia Terzulli
Solo quest'anno si sono dimessi in media 100 dottori al mese nei reparti di emergenza, denuncia l'associazione di categoria Simeu

Sono 4.200 i medici mancanti nei Pronto soccorso italiani, da anni affetti da un cronico deficit di specialisti nella medicina d’Emergenza, a sua volta aggravato da un fenomeno incontenibile, quello delle dimissioni. L’ultimo bilancio di Simeu (Società Italiana di Medicina d’Emergenza e Urgenza) è allarmante: sono 600 i medici che hanno appeso i camici nel 2022, circa 100 al mese. Garantire ai pazienti l’assistenza adeguata non è più scontato, anche perché, all’ammanco di professionisti, va aggiunto l’aumento di richieste d’aiuto, che quest’anno sono state il 20% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso. Gli addetti ai lavori parlano della «peggiore estate da quando esiste l’Emergenza Urgenza».

I Pronto Soccorso “esplodono” di pazienti

Come se non bastasse, i Pronto soccorso sono ormai bombe a orologeria. Negli ultimi mesi i giornali non hanno fatto che denunciare le ore – in alcuni casi le giornate! – di attesa dei pazienti seduti per terra, su sedie o barelle in attesa di essere visitati. Il cosiddetto boarding, ovvero il numero di quanti attendono il ricovero, è aumentato «con le stesse proporzioni» di quello dei richiedenti assistenza. E il problema, sottolinea Simeu in una nota, è che le richieste «superano di gran lunga le possibilità di risposta». Riducendo le poche forze rimaste in campo allo stremo. Secondo le stime della Società, quest’anno gli operatori sanitari hanno subito «un incremento del carico di lavoro non inferiore al 50% rispetto al 2021, che in questo stesso periodo non registrava né un’ondata di Covid» né i disagi dovuti al caldo preoccupante. Antonio Voza, segretario di Simeu, parla di una condizione – quella di medici e specialisti – che «ha superato il limite della sostenibilità. Indistintamente da nord a sud».

L’impotenza del Governo di fronte all’emergenza

Un tracollo a cui il governo non solo fatica a porre rimedio, ma sembra dare addirittura impulso. Secondo il presidente nazionale di Simeu, Fabio De Iaco, la crisi politica in atto «ha determinato un duro stop a quelle poche conquiste che la medicina di emergenza e urgenza sembrava faticosamente prossima a conquistare». Questo perché «limita il raggio d’azione del governo agli affari correnti. I tempi per raggiungere i provvedimenti necessari alla sopravvivenza del servizio si dilatano in maniera insostenibile: in questa maniera – denuncia amaro il presidente, non resisteremo». L’appello di Simeu è perentorio: chiede che «entro le prossime settimane si prendano le decisioni necessarie nella direzione di una riorganizzazione proporzionale alle vere esigenze in atto». La corda, tenuta tesa per anni, sta per spezzarsi.

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