Ranucci (Report): «Sui mandanti delle stragi di mafia i giudici indagano da anni senza risultati»

Il conduttore di Report dopo la perquisizione di ieri: «Ora chi sa ci penserà due volte prima di parlare»

Ieri la Direzione Nazionale Antimafia di Caltanissetta ha perquisito l’appartamento del giornalista Paolo Mondani e la redazione di Report. Il tutto è accaduto a causa di un servizio in cui si parlava della presenza dell’estremista nero Stefano Delle Chiaie a Capaci un mese prima della strage. Secondo alcuni testimoni Delle Chiaie avrebbe chiesto di acquistare dell’esplosivo. La procura è intervenuta per verificare le informazioni fornite dal luogotenente in congedo Giustini. Oggi Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, in un’intervista a La Stampa attacca proprio i giudici: «L’effetto di questa perquisizione non sarà certo positivo, perché se esiste qualcuno che in base alle nuove rivelazioni che abbiamo fornito volesse contribuire alla ricerca della verità, ora ci penserà due volte prima di farlo, per evitare di finire nel tritacarne dei magistrati».


Secondo Ranucci la procura di Caltanissetta «da 30 anni sta indagando sui mandanti esterni della strage di Capaci. Che cosa ha trovato finora? Zero. Ogni volta sentiamo dire che sono coinvolti soggetti esterni alla mafia, ma mai nessuno che faccia i nomi. Io mi chiedo quali siano realmente le indagini in piedi su mandanti esterni alla mafia». E «ci sono centri occulti di potere che rimangono ancora un segreto. Nel 1987, durante una perquisizione a Stefano Delle Chiaie in Venezuela, vennero ritrovati dei documenti su un piano di disinformazione basato su due strategie. La prima puntava a far passare in Parlamento una linea per scagionare l’estrema destra dalle stragi del passato. La seconda mirava a intossicare l’informazione con un “Centro neutro”, così era definito, formato da missini, Comunione e liberazione, socialisti. L’elenco con i nomi è stato secretato. Nel nostro Paese, purtroppo, su ogni strage, da quella di piazza Fontana a quella di Bologna, sono stati messi in atto depistaggi».


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