Willy Monteiro, Gabriele Bianchi si difende in aula: «Non sono in grado di picchiare così»

Rinviata la sentenza, attesa per oggi: la corte deciderà il prossimo 14 luglio. Per i fratelli Bianchi, accusati con altri di aver pestato a morte il giovane Willy, la procura ha chiesto l’ergastolo

Sono le battute finali del processo per l’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte, massacrato di botte a Colleferro, nel settembre 2020, mentre usciva da un locale con gli amici. La sentenza però, contrariamente alle attese, non sarà oggi ma il 14 luglio, come ha specificato il presidente della corte di Assise di Frosinone, prima di dare la parola agli avvocati difensori dei principali imputati, i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, i protagonisti e i più violenti nel pestaggio, stando alla ricostruzione della procura di Velletri. «Willy non l’ho toccato nemmeno con un dito. Io non sarei stato in grado, nemmeno se lo avessi voluto, di fare quello di cui mi si accusa», ha detto Gabriele Bianchi, rivolgendosi alla corte prima che parlasse il suo difensore. Per i fratelli Bianchi, la procura di Velletri ha sollecitato l’ergastolo escludendo anche le attenuanti generiche, visti i precedenti penali. Per gli altri, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, la richiesta è di 24 anni di carcere. «Willy merita giustizia come la merita la sua famiglia. Vorrei poter tornare a quella maledetta notte e cambiare tutto. Io sogno ancora di tornare dalla mia famiglia e crescere mio figlio», ha concluso Gabriele.


La giornata di oggi sarà quindi dedicata alle arringhe difensive degli avvocati dei Bianchi.


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